Goletta Verde denuncia i ritardi sulla bonifica del SIN Falconara Marittima

Goletta Verde di Legambiente ad Ancona per chiedere, ancora una volta,  la bonifica e riqualificazione del Sito di Interesse Nazionale di Falconara Marittima.

#LIBERIDAIVELENI: BONIFICA SUBITO!

Ecco il dossier:
#LIBERIDAIVELENI Focus/la bonifica del Sito di Interesse Nazionale “Falconara Marittima”

Legambiente “Dopo 20 anni la percentuale di bonifica conclusa è lo 0% per il suolo e l’1% per le acque, e questo è inammissibile.  Abbiamo bisogno di progetti innovativi, che consentano di risanare l’ambiente, restituire il territorio alla cittadinanza, liberando dai veleni territori e comunità”.

Seconda giornata di tappa nelle Marche, dedicata alle ferite ambientali su cui si aspettano da anni interventi concreti. Problematiche ancora irrisolte che continuano a causare danni indescrivibili alla salute di cittadini e cittadine, all’ambiente e all’economia sana della penisola. Un’altra iniziativa della campagna di Legambiente #liberidaiveleni, che porta l’attenzione sul tema delle bonifiche e sul risanamento ambientale che il popolo inquinato aspetta da anni.

Durante il flash mob, che si è tenuto stamane costeggiando il Sito di Interesse Nazionale di Falconara Marittima, gli attivisti e le attiviste di Goletta Verde hanno srotolato lo striscione Bonifica Subito per ribadire l’urgenza di velocizzare la bonifica del sito che risulta essere praticamente ferma da anni.

Ne parleranno questo pomeriggio, nell’incontro dal titolo Liberi dai Veleni: Bonifica Subito! che si terrà alle ore 18 a bordo di Goletta Verde, ormeggiata alla banchina 1 del Porto Antico di Ancona, Marina Galeassi, Presidente Circolo Legambiente Martin Pescatore, Marco Ciarulli, Direttore Legambiente Marche e Cristiana Biondo, Portavoce Goletta Verde.

Il Sito di Interesse Nazionale di Falconara Marittima è stato individuato ai sensi della Legge n. 179 del 31 luglio 2002 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministro dell’Ambiente e Tutela del Territorio del 26 febbraio 2003.

All’interno del sito sono presenti diverse aree. Il perimetro comprende un’area marino-costiera di circa 1200 ettari ed un territorio di circa 108 ettari nel quale convivono attività residenziali, terziarie e insediamenti industriali a forte impatto ambientale come l’area di API Raffineria di Ancona S.p.A. Le tradizionali attività sono state recentemente integrate da un impianto di gassificazione dei residui di lavorazione e produzione di energia elettrica attraverso un impianto di cogenerazione (IGGC). L’altro insediamento industriale di una certa rilevanza è l’area dismessa dello stabilimento industriale Ex Montedison che produceva concimi fosfatici partendo dalla pirite e dalla fosforite. Le restanti aree private riguardano soprattutto siti industriali dismessi.

Per quanto riguarda le aree pubbliche, in data 20.07.10, il MATTM, la Regione Marche, la provincia di Ancona, il comune di Falconara Marittima e l’autorità portuale di Ancona, hanno firmato l’accordo di programma per la definizione di una serie di interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nella perimetrazione del SIN, attualmente in corso di esecuzione.

Ad oggi la percentuale di aree con procedimento di bonifica concluso riferita ai 108 ettari di area a terra perimetrata per il suolo è lo 0%, per le acque è l’1%. La percentuale di aree a terra caratterizzate (sottoposte ad indagini rivolte al prelievo di campioni di suolo/sottosuolo/acque sotterranee e alla loro analisi, effettuata ai fini di definire lo stato di contaminazione del sito) sia per i suoli che per le acque di falda rispetto alla superficie del SIN è il 90%.

Negli anni sono state molteplici le Conferenze di Servizi che hanno evidenziato una superamenti diffusi della concentrazione della soglia di contaminazione (CSC) con presenza, tra gli altri,  di composti idrocarburici, clorurati disciolti nelle acque di falda, metalli pesanti, composti organici. Tutto questo, oltre ad essere un danno ambientale enorme, è anche pericoloso per la salute dei cittadini e delle cittadine.

“Da quasi vent’anni aspettiamo che il SIN di Falconara venga bonificato e ad oggi la percentuale di bonifica conclusa è irrisoria. É impensabile che, con le tecnologie che abbiamo a disposizione, non si sia andati avanti, intrappolati in una rete burocratica che sperpera i fondi e non lavora per migliorare la situazione – dichiara Marco Ciarulli, Direttore Legambiente Marche. Si potrebbe avviare una procedura di rinnovamento, come è stato fatto nel SIN di Porto Torres, dove stanno lavorando su bioplastiche e bioprodotti abbandonando le fonti fossili.  Qui si parla della salute dei cittadini e delle cittadine, si osserva una connessione tra il rischio di insorgenza di tumori del colon retto e di tumore del polmone e l’esposizione ambientale nel sito. Dobbiamo avviare un monitoraggio sanitario che passi attraverso indagini epidemiologiche strutturate, per avere una visione chiara dello stato di salute della popolazione”.

Le risorse totali assegnate per il sito sono pari a € 3.272.727,00, stanziati dal Ministero dell’Ambiente a valere sui fondi del D.M. n. 308/06.
La procedura per avviare la bonifica continua ad essere in una situazione di stallo, non si riesce a concludere l’iter burocratico che, ad oggi, rappresenta il maggior ostacolo all’avanzamento della bonifica del SIN di Falconara Marittima.

“Continuiamo da anni a  gridare a gran voce che le bonifiche devono essere portate avanti, e che abbiamo bisogno di una transizione ecologica per i molti territori dimenticati per decenni. Lo dobbiamo ai 6 milioni di cittadini e cittadine che vivono in territori da bonificare nel nostro Paese – dichiara Cristiana Biondo, portavoce di Goletta Verde. Dobbiamo finalmente affrontare il problema dei territori da bonificare per tutelare la salute delle persone che continuano da anni a convivere con una situazione di inquinamento preoccupante. Anche a Falconara bisogna passare dalle parole ai fatti. Deve essere chiaro che non ci può essere transizione ecologica se non chiudiamo le ferite ancora sanguinanti sul territorio. Vanno rafforzati i controlli su tutto il territorio, con azioni di prevenzione e repressione: dobbiamo utilizzare gli strumenti della legge sui delitti ambientali, la legge 68 del 2015, che prevede anche il reato di omessa bonifica, da utilizzare sempre meglio, anche per accelerare i processi di risanamento ambientale”.

E’ urgente, quindi, accendere i riflettori sulle bonifiche, un tema che accompagna la 35esima edizione di Goletta Verde, proprio per denunciare tutte quelle situazioni che da decenni attendono un intervento risolutivo per restituire dignità alle comunità e ai territori che stanno pesantemente pagando errori del passato, dal punto di vista ambientale e sociale.