Procedura d’urgenza per la revisione della PAC approvata dal Parlamento europeo. Legambiente: “Atto grave e incomprensibile che mette in discussione i requisiti ambientali della PAC che erano rimasti in piedi.
Il voto del Parlamento europeo va in forte controtendenza rispetto alla transizione ecologica che serve al settore e indicata anche dalle strategie europee farm to fork e biodiversity 2030”.
“La procedura d’urgenza per la revisione della PAC approvata dal Parlamento Ue – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – rappresenta un atto molto grave e incomprensibile che mette in discussione i requisiti ambientali della politica agricola comunitaria che erano rimasti in piedi. Si tratta di un voto in forte controtendenza rispetto alla transizione ecologica che serve e che è in atto nel settore e che le stesse strategie europee farm to fork e biodiversity 2030 indicavano con chiarezza. Purtroppo i ministri dell’Agricoltura hanno già indicato che i governi dell’UE sosterranno la proposta della Commissione europea di eliminare molte delle misure di protezione ambientale dai regolamenti della PAC. Il nostro auspicio è che l’Italia, con un forte atto di responsabilità, cambi rotta e bocci questa proposta di revisione in vista della prossima e definitiva plenaria a Strasburgo dal 22 al 25 aprile, prima delle elezioni europee”.
“Di fronte alle proteste dei trattori e alle pressioni delle grandi lobby, il parlamento europeo – aggiunge Angelo Gentili, responsabile nazionale agricoltura Legambiente – ha risposto nel modo peggiore vanificando gli impegni per rendere più sostenibile l’intero comparto e per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici che stanno mettendo in ginocchio l’intero settore (come l’aumento degli eventi meteorologici estremi, gelate, alluvioni, forti siccità) e senza intervenire sulle vere problematiche del settore. Inoltre con questa proposta di “semplificazione” dei regolamenti europei si rischia di vanificare anche i pochi passi avanti a favore della natura e della protezione del clima compiuti negli ultimi venticinque anni. In Italia e in Europa gli agricoltori sono sempre più in difficoltà ed il loro reddito è sempre più basso, ma il vero nemico non è né il green deal né la transizione ecologica che invece rappresentano una delle soluzioni per contrastare la crisi climatica in atto e rendere il sistema agricolo più resiliente. Anche la grave situazione economica in cui versano le aziende agricole, soprattutto di medie e piccole dimensioni, è in buona parte – continua Gentili – legata a una politica comunitaria che, per decenni, ha destinato l’80% delle risorse solo al 20% delle aziende, privilegiando quelle grandi e il metodo intensivo. Il risultato è che, solo in Italia, nell’ultimo decennio è scomparso il 30% delle aziende agricole mentre nell’ultimo cinquantennio è stato abbandonato oltre un terzo delle superfici agricole”.
Legambiente sottolinea, infine, che con il voto del Parlamento Europeo in nome della semplificazione degli impegni degli agricoltori, viene invece attuata una più ampia revisione delle diverse BCAA (buone condizioni agronomiche e ambientali) della condizionalità della PAC come l’esenzione dei controlli per i piccoli agricoltori con meno di 10 ettari o l’obbligo di destinare una quota minima di seminativi alle superfici non produttive, privilegiando le aree ad alta biodiversità (siepi, alberature ecc,..), l’effettuazione di buone pratiche come le rotazioni colturali.