Cresce la consapevolezza degli italiani di dover accelerare sulla transizione energetica: lo pensa il 61% (+6% rispetto lo scorso anno). Per solo il 10% bisogna puntare invece su fossili e nucleare.
L’Italia percepita in ritardo sul tema rinnovabili. Per il 56% degli italiani il Paese deve incrementare gli investimenti sulle fonti pulite. Tra le soluzioni per permetterne lo sviluppo, più incentivi (35%) e semplificazione delle autorizzazioni (24%).
6 italiani su 10 fiduciosi sui vantaggi della transizione energetica prospettati da Confindustria.
Legambiente: “Il Paese è pronto per la rivoluzione energetica. Il Governo Meloni inverta rotta e avvii il phasing-out delle fossili, sblocchi la transizione ecologica fondata su rinnovabili, efficienza energetica, accumuli e reti per non disattendere quello che si aspettano gli italiani, cioè fare dell’Italia hub delle rinnovabili”.
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Da un lato la sfiducia per la crescente crisi energetica, dall’altro la consapevolezza che superarla è possibile premendo l’acceleratore sulla transizione ecologica, mettendo al centro le rinnovabili e abbandonando le fossili. È il futuro tracciato dagli intervistati che hanno risposto all’indagine “Gli italiani e l’energia 2023” realizzata da Ipsos per Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club e presentata questa mattina al XVI Forum QualEnergia “Rinnovabili: innovazione in cantiere” presso la Sala Verdi dell’Hotel Quirinale di Roma; con la partecipazione di amministratori pubblici, docenti universitari, esperti, imprenditori del settore e rappresentanti del Parlamento come Walter Rizzetto (Presidente Commissione Lavoro Pubblico e Privato Camera dei Deputati), Patty L’Abbate (Vice Presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati), Massimo Milani (Segretario Commissione Ambiente Camera dei Deputati) e Silvia Fregolent (Commissione Ambiente Senato della Repubblica).
I dati dell’indagine 2023. Secondo l’indagine, due cittadini su tre sono preoccupati per l’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti, pensando che possa influire negativamente sul bilancio familiare.
Cresce la consapevolezza degli intervistati di dover accelerare rapidamente sulla transizione energetica come soluzione: lo pensa il 61% (+6% rispetto lo scorso anno), collegandola all’ambiente (51%) e al futuro e al progresso tecnologico (38%). Solo il 10% ritiene invece che sia necessario abbandonare la transizione energetica puntando su fossili e nucleare. Rispetto alle rinnovabili – tema su cui il 46% degli italiani pensa che l’Italia sia in ritardo, ben al di sotto della media europea – oltre la metà degli intervistati (56%) considera che lo Stato debba concentrare le proprie risorse economiche sulle rinnovabili, anche al fine di scongiurare future crisi energetiche; appena il 16% pensa che debba incrementare i sussidi alle fossili. Per aumentare la quota delle rinnovabili secondo il 35% degli intervistati bisogna aumentare gli incentivi e secondo il 24% semplificare le autorizzazioni. ll 53% degli italiani pensa che l’energia in Italia, nei prossimi 20 anni, deriverà proprio da fonti rinnovabili.
Nonostante i costi della transizione energetica 6 italiani su 10 sono fiduciosi relativamente alle stime di Confindustria sui vantaggi prospettati dalla transizione energetica, ritenendo che, nel lungo termine, i benefici saranno superiori ai costi (57%). Tra gli effetti positivi menzionati la riduzione della dipendenza estera (42%) e il risparmio dei costi per imprese e famiglie (35%).
“Il sondaggio Ipsos – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – dimostra che il Paese è pronto per la rivoluzione energetica. Il Governo Meloni inverta la rotta, avvii il phasing-out delle fossili e sblocchi una transizione ecologica che punti su rinnovabili, efficienza energetica, accumuli e reti, e sulla decarbonizzazione in edilizia, trasporti, agricoltura e industria come chiesto nella petizione “Stop fossili, start rinnovabili”. È antistorico e impopolare parlare ancora di Piano Mattei e nucleare in un Paese predisposto a sfruttare al meglio l’energia del vento e del sole per rispondere alla sfida climatica. Il Governo non disattenda le speranze degli italiani di fare dell’Italia un hub delle rinnovabili. Auspichiamo che l’abbandono delle fossili sia anche al centro dell’accordo finale della COP28 a Dubai, slittato ma in dirittura d’arrivo, perché solo dimezzando le attuali emissioni globali entro il 2030 e azzerandole entro il 2050 sì potrà contenere l’aumento della temperatura media globale entro la soglia critica di 1,5 °C rispetto all’era preindustriale”.
“In questi giorni – dichiara Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club – in cui abbiamo misurato, grazie anche all’andamento delle trattative a Dubai per la COP28, che andiamo troppo lenti nella marcia verso la decarbonizzazione indispensabile per combattere la crisi climatica, sono di conforto due dati: la convenienza sempre più marcata delle rinnovabili e dell’efficienza in confronto alle fossili e la sempre più evidente attenzione dell’opinione pubblica sul tema. Ora serve che la politica a livello internazionale, ma anche e soprattutto il nostro Paese, che non sta dando di sé grandi prove in quelle sedi, faccia un salto di qualità e imbocchi senza tentennamenti fossili la strada dell’innovazione moderna e pulita che è la migliore anche per creare ricchezza e occupazione”.
La seconda giornata del Forum QualEnergia XVI è poi proseguita con una serie di dibattiti tematici: sui cambiamenti climatici tra la circolarità dell’economia e la decarbonizzazione; sulla rigenerazione urbana e sull’edilizia sostenibile; sulle prospettive delle Comunità Energetiche Rinnovabili e sulla decarbonizzazione nei settori della refrigerazione e del riscaldamento. Su quest’ultimo tema gli esperti si sono confrontati sul nuovo regolamento F-GAS a livello europeo che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024 che eliminerà gradualmente il consumo di gas fluorurati in Europa entro il 2050 con forti riduzioni delle quote già a partire dal 2024. Legambiente ha ricordato il lavoro portato avanti con l’Unione del Caldo e del Freddo Green per rendere fattiva la concreta innovazione dei refrigeranti naturali, risposta che va nella direzione della transizione ecologica volta a mitigare il cambiamento climatico dalle emissioni di F-GAS e favorire l’innovazione di cui l’Italia è leader in Europa per la refrigerazione e il condizionamento green.
La giornata si è conclusa con un Workshop con i sindaci della campagna BeComE – dai Borghi alle Comunità Energetiche.