Dal festival Legambiente lancia dieci proposte di riforme da approvare nei prossimi 12 mesi per una veloce transizione ecologica dell’Italia.
Legambiente: “Il governo tuteli l’interesse nazionale e si adoperi per rendere davvero indipendente il Paese” .
L’adozione di un Piano integrato energia e clima (PNIEC) ambizioso entro il giugno 2023, con l’obiettivo di arrivare alla produzione del 100% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2035; l’approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico entro la fine dell’estate; la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto sulle comunità energetiche; l’aggiornamento entro fine anno delle linee guida per l’autorizzazione paesaggistica degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, rimaste ferme al DM del MISE del 10 settembre 2010 con un inquadramento aggiornato alle nuove tecnologie, a partire da eolico galleggiante e agrivoltaico; lo snellimento delle procedure per la realizzazione di una rete impiantistica innovativa dell’economia circolare per rendere autosufficiente ogni regione italiana entro il 2030; la piena attuazione della legge sull’agricoltura biologica; l’approvazione del nuovo Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari; l’istituzione di almeno 70 nuove aree protette per raggiungere i target previsti dall’Europa al 2030, tutelare in maniera giuridicamente vincolante il 30% del territorio e del mare, oltre a gestire in maniera rigida il 10% delle aree protette; l’approvazione di nuove norme in materia di lotta alla gestione illecita dei rifiuti, alle illegalità lungo le filiere agroalimentari, alla tutela della fauna protetta, sul modello di quanto già fatto con la legge 68/2015 e la legge 22/2022 che hanno inserito rispettivamente i delitti contro l’ambiente e quelli contro il patrimonio culturale nel Codice penale; l’emanazione dei decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente per uniformare su tutto il territorio nazionale i controlli ambientali pubblici.
Sono dieci le riforme e le novità legislative che Legambiente chiede a Governo e Parlamento dopo la conclusione di Festambiente, che si è tenuta a Rispescia (Gr) in Maremma dal 2 al 6 agosto, per far decollare la transizione ecologica in Italia e renderla concreta velocemente, a dispetto di chi vuole rallentare questo processo fondamentale per rendere più indipendente il Paese e per contribuire in modo efficace alla lotta globale contro la crisi climatica.
“Nell’estate in cui riecheggiano le parole dei negazionisti dell’emergenza clima e dei sostenitori del rallentamento della transizione ecologica – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -, dalla nostra festa nazionale, insieme a rappresentanti del mondo della politica, delle istituzioni e dell’imprenditoria, abbiamo ribadito la necessità di una veloce riconversione ambientale dell’economia italiana. È un’occasione che non possiamo mancare per tutelare davvero gli interessi nazionali contro quelli dei produttori delle fonti fossili che continuano a inquinare e ad alimentare la febbre del Pianeta. Siamo all’avvio di una stagione di grandi cambiamenti e l’Italia non deve imboccare la strada sbagliata con nuove infrastrutture per le fossili o opere inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina. Serve invece aprire le centinaia di migliaia di cantieri della transizione ecologica e dell’innovazione tecnologica, produttiva e sociale, che saranno al centro della stagione congressuale del prossimo autunno, che ci condurrà dall’1 al 3 dicembre al nostro XII congresso nazionale di Roma”.
“Da trentacinque anni – ha aggiunto Angelo Gentili, ideatore e coordinatore della manifestazione – Festambiente accoglie e amplifica le istanze di un Paese in cammino verso il cambiamento. Nonostante la complessità degli scenari nazionali e internazionali, il nostro festival continua a costruire futuro a partire dalle pratiche virtuose che pezzi illuminati di società hanno già messo in atto. Un esercizio teorico e pratico che, nel tempo, ha dato prova di riuscire a inclinare il tavolo dalla parte della sostenibilità ambientale e sociale, a partire dalla Maremma, territorio in cui l’iniziativa trova casa. Anche in questa edizione, a emergere con nettezza è stata l’urgenza di agire celermente. Un appello rivolto alle istituzioni che, come associazione, sentiamo forte il dovere di amplificare. Le migliaia di persone che nella cinque giorni hanno vissuto i nostri spazi hanno dimostrato che c’è un pezzo d’Italia pronto a stare dalla parte giusta. Le istituzioni stiano al passo con azioni concrete e un rinnovato vocabolario di parole d’ordine per l’agenda del prossimo presente.”