Arrivano le condanne in appello per un veterinario e tre ex dipendenti dell’allevamento di Montichiari. Legambiente: “La sentenza di oggi restituisce finalmente verità e coerenza rispetto a quanto accadeva ai beagle all’interno dell’allevamento di Green Hill”.
La Corte d’appello di Brescia ha ribaltato la sentenza di primo grado sui maltrattamenti di animali avvenuti all’interno di Green Hill, l’allevamento di beagle nel bresciano destinato alla sperimentazione scientifica e chiuso poi nel 2012. Condannato uno dei due veterinari dell’Asl di Brescia per concorso in maltrattamenti di animali, uccisione, omessa denuncia e falso in atto pubblico e condannati per falsa testimonianza tre ex dipendenti di Green Hill. In primo grado erano stati tutti assolti.
“La sentenza arrivata oggi dalla Corte d’appello di Brescia e relativa al processo Green Hill Bis restituisce finalmente verità e coerenza rispetto a quanto accadeva ai beagle all’interno dell’allevamento di Montichiari. Qui tremila cani di razza beagle allevati, al fine di essere sottoposti a sperimentazione, erano tenuti in condizioni contrarie alla loro natura, maltrattati e uccisi se non rispondevano alle esigenze commerciali. Ci teniamo a ricordare che il veterinario pubblico è il primo difensore della vita degli animali e la sua funzione non è finalizzata all’ottimizzazione del risultato d’impresa, ma alla garanzia della tutela della salute e del benessere degli animali oggetto di allevamento. Legambiente, che si è costituita parte civile nel processo, è in prima linea nella battaglia contro il maltrattamento degli animali e continuerà a vigilare e denunciare sia chi continua a perpetrare abusi, sia chi non esercita il suo fondamentale ruolo di controllo, affinché non si ripetano mai più in Italia casi vergognosi come quello di Green Hill”, questo il commento di Antonino Morabito responsabile nazionale Ambiente e Legalità, Cites, Fauna e benessere animale di Legambiente.
L’ufficio stampa di Legambiente. 0686268353-99-3496546593