Legambiente lancia l’agenda climatica per prossimi Governo e Parlamento

Alcuni dei punti emersi nei 5 giorni di Festambiente: “Taglio dei sussidi alle fossili, iter veloce per realizzare gli impianti a fonti rinnovabili, approvazione dei piani nazionali per la mitigazione e adattamento alla crisi climatica per rendere indipendente e sicuro il nostro Paese”.

Il taglio dei sussidi pubblici alle fonti fossili, la velocizzazione degli iter autorizzativi degli impianti a fonti rinnovabili, l’aggiornamento del Piano nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) ai nuovi obiettivi europei di decarbonizzazione del RepowerEU, la necessità di approvare il Piano nazionale sull’adattamento climatico ancora in standby dal 2018, l’urgenza di definire il quadro normativo per realizzare le comunità energetiche e di mettere a bando velocemente le risorse destinate all’agrivoltaico che produce energia in agricoltura senza consumo di suolo. Questi alcuni dei punti emersi nei 5 giorni di Festambiente, la festa nazionale di Legambiente svoltasi a Rispescia (Gr) dal 3 al 7 agosto, circa le priorità in campo ambientale dei prossimi Governo e Parlamento, all’indomani delle elezioni politiche del 25 settembre. Confrontandosi con i ministri Enrico Giovannini, Stefano Patuanelli e Andrea Orlando, il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato, parlamentari di tutti i partiti e schieramenti, imprese dell’economia verde italiana, associazioni di categoria e di cittadini, durante i lavori della sua festa nazionale, Legambiente ha stilato una vera e propria agenda per la lotta alla crisi climatica.

“Siamo in piena emergenza climatica con risvolti evidenti e gravi anche sul territorio nazionale – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ma il tema è drammaticamente assente nel dibattito della campagna elettorale per le prossime elezioni politiche. La siccità in Pianura Padana, la tragedia della Marmolada, le continue ondate di calore e le distruzioni causate da eventi meteorici estremi sono facce della stessa drammatica medaglia su cui chi si candida a governare il paese per i prossimi 5 anni dovrebbe esplicitare quali soluzioni vuole mettere in campo. Invece di usare in modo pretestuoso il dramma dei migranti che fuggono dai loro paesi, spesso per responsabilità dei paesi occidentali, o di parlare di soluzioni al problema dei rincari in bolletta, proponendo un improbabile ritorno al nucleare, l’opzione tecnologica più costosa ormai fuori mercato grazie alla convenienza delle rinnovabili, ci aspettiamo nei prossimi 45 giorni proposte concrete per aiutare famiglie e imprese e per rendere finalmente libero l’Italia dalla dipendenza energetica dall’estero che alimenta tensioni e guerre. È il momento delle proposte sulla vera transizione ecologica che non abbiamo praticato finora. In autunno staremo col fiato sul collo ai nuovi governo e parlamento affinché dalle buone idee si passi ai fatti concreti”.

Nelle cinque giornate di Rispescia si è parlato anche di strumenti per il coinvolgimento territoriale finalizzato a ridurre le contestazioni sulla realizzazione delle opere che servono alla transizione ecologica italiana (impianti di digestione anaerobica per produrre compost e biometano, impianti eolici sui crinali e in mare, infrastrutture ferroviarie per rendere moderno in tutto il paese il trasporto su rotaia di persone e merci, etc); dell’urgenza di un quadro normativo sulla riduzione dell’uso dei pesticidi e del supporto necessario per far decollare l’agricoltura biologica dopo l’approvazione della legge; di innalzamento del livello qualitativo dei controlli pubblici per prevenire le illegalità ambientale e di nuovi strumenti per la lotta alle ecomafie e alla criminalità organizzata attiva in agricoltura; di perdita di biodiversità, riforma della legge quadro sui parchi per permettere al paese di rispettare l’obiettivo del 30% di territorio protetto entro il 2030; di lotta alla povertà energetica e alle ingiustizie sociali.

“Per cinque giorni abbiamo aperto un grande dibattito sulla costruzione della pace, rigorosamente in chiave rinnovabile – conclude Angelo Gentili, coordinatore di Festambiente e membro della segreteria nazionale di Legambiente -. Al centro della festa c’è sempre stata la corsa alle rinnovabili che il conflitto in Ucraina ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, essere l’unica vera opzione possibile per accompagnare il nostro Paese e l’intera Europa verso l’autonomia energetica, abbandonando il ricatto del gas e ogni scelta scellerata verso il nucleare. A Festambiente ha partecipato l’Italia dei territori rinnovabili, dell’economia circolare, del sistema virtuoso delle aree protette, del volontariato e del terzo settore. Ci siamo confrontati con tante aziende green che hanno investito sulla sostenibilità ambientale, a partire da quelle dell’agroecologia con la presenza dei principali attori del settore agroalimentare che stanno contribuendo in maniera incisiva ad affrontare la crisi climatica e a promuovere un sistema del cibo basato su qualità e salubrità. Sono stati cinque giorni all’insegna della forza del fare e del dire, perché c’è bisogno di visione ma anche di cittadinanza attiva e di protagonismo concreto. Quel protagonismo che in questi tre decenni ci ha permesso di costruire un pezzetto di società responsabile, bella, civile e gentile”.