I fondi del Next generation Eu e il Green deal, la revisione della Pac e il potere delle lobby, la fusione dei ghiacciai e la scomparsa del gatto selvatico. Sul mensile di Legambiente.
Questo numero della rivista sarà presentato oggi alle 15,30 in diretta sulle pagine Facebook di Legambiente e La Nuova Ecologia, e su www.lanuovaecologia.it
Sulla copertina del numero di novembre di “Nuova Ecologia”, la mano dell’Europa consegna all’Italia i soldi necessari alla nostra ricostruzione. Titolo: “Svolta verde”. Sommario: “Con l’economia fossile al capolinea i fondi del Next generation Eu sono un’occasione unica per vincere la sfida climatica. E far ripartire il Paese”. Nella sua storia di copertina il mensile di Legambiente presenta i pilastri e i paletti su cui costruire il domani e ragiona sull’obbligo morale di pensare ai giovani nell’utilizzare le risorse europee, coinvolgendoli nelle scelte. L’Unione Europea con il nome scelto per il programma di finanziamenti ha voluto rendere esplicito che questo è il nostro appuntamento con il futuro. Non c’è stato, e forse non ci sarà mai più, un momento così favorevole per programmare e realizzare una giusta e lungimirante transizione ecologica: mettiamo al centro le persone, le imprese e i territori, e abbandoniamo le vecchie ricette. Fra le riforme fondamentali c’è lo stimolo all’innovazione necessaria a strutturare l’economia circolare per creare valore. In relazione alla questione della competizione internazionale bisogna invece mettere a punto una border carbon tax, per radiografare i costi ambientali dei prodotti d’oltre frontiera che raggiungono i nostri mercati.
L’inchiesta del mensile racconta “La montagna sbiancata”: le Alpi, dove le temperature crescono al doppio della media globale e i ghiacciai si sono già dimezzati. Un mondo in via d’estinzione, come ha fotografato la campagna di Legambiente e del Comitato glaciologico “La Carovana dei ghiacciai”, caso esemplare di come la dimensione dell’attivismo si possa unire al rigore scientifico per sensibilizzare l’opinione pubblica. Fusione dei ghiacci significa anche perdita di preziose risorse idriche per la città e la pianura. I ghiacciai, testimoni del clima che cambia, sono inoltre sentinelle della qualità dell’aria: dai campionamenti effettuati sulle Alpi emerge infatti la presenza diffusa di black carbon, pesticidi, ritardanti di fiamma, Ddt accumulato negli anni ’70, quando la fusione era molto più lenta, microplastiche, sostanze che viaggiano in atmosfera e precipitano assieme alla neve.
Occhi puntati anche sulla Politica agricola comune. Dopo il voto del Parlamento europeo, che delude chi sperava che la Pac potesse farsi parte integrante del Green deal, l’auspicio è che la discussione in Consiglio porti a un perfezionamento della riforma, oggetto già di lunghe vicissitudini. L’entrata in vigore della Pac 2021-2027, complici la crisi innescata dal Covid-19 e i difficili negoziati sul bilancio europeo, è infatti slittata al 2023. La sua definizione entro dicembre, con il suo assegno di oltre 340 miliardi per i prossimi sette anni, conferma l’irripetibilità del momento. Abbandonare la chimica e convertire le produzioni agricole in chiave sostenibile è un sentiero obbligato e già aperto da tanti imprenditori lungimiranti.
La sezione della rivista che si occupa di divulgazione scientifica, “Gaia”, è infine dedicata al gatto selvatico europeo. Già difficile da incontrare, lo sarà sempre di più se l’ibridazione con i felini domestici (a lungo considerati impropriamente una sottospecie di quelli selvatici) continuerà a impoverirne il pool genico. Un tempo molto comune nel nostro continente, nel XIX e XX secolo è stato vittima della caccia sportiva e di una deforestazione intensa, che ne ha ridotto l’habitat naturale, provocandone la scomparsa in alcune parti del Vecchio continente. Entro duecento anni, secondo gli scenari previsti dagli scienziati, un tempo irrisorio in termini evolutivi, l’ibridazione porterà alla sostituzione genetica irreversibile dei gatti selvatici, rendendo impossibile distinguerli dai loro “cugini” di città, come già avviene in Scozia e Ungheria. Un gruppo di biologi suggerisce la via d’uscita: trovare un modo per bloccare l’incrocio, agendo sulla numerosità delle singole specie e sul loro tasso di ibridazione.
Il nuovo numero della rivista sarà presentato oggi 2 novembre alle 15,30 in diretta sulle pagine Facebook di Legambiente e La Nuova Ecologia, e su www.lanuovaecologia.it .Introduce Francesco Loiacono, direttore di Nuova Ecologia. Partecipano: Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, Leonardo Becchetti, professore di Economia all’Università Tor Vergata di Roma, Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente, Elisa Cozzarini, giornalista di Nuova Ecologia, Giulia Assogna, giornalista di Nuova Ecologia.