Un progetto di Caretto/ Spagna
foto di Caretto/Spagna
L’intervento degli artisti Andrea Caretto e Raffaella Spagna intende valorizzare e dare visibilità ai segnali glaciologici storici della Valnontey attraverso l’aggiunta di segni contemporanei che riattualizzino la questione del ritiro dei ghiacciai nell’ambito dell’attuale crisi climatica, attivando una riflessione su questi temi.
Il progetto artistico si articola secondo due linee di intervento in stretta relazione tra loro, che prevedono la sovrimposizione, sui massi incisi dagli studiosi ottocenteschi, di cinque coppie di sculture; in ognuno dei cinque siti prescelti sono stati installati due “segnali” che comunicano attraverso linguaggi diversi e complementari.
La prima serie di “oggetti-segnale” è costituita da ciottoli o blocchi di roccia opportunamente sezionati e lucidati, sui quali sono state incise alcune “parola chiave” che rimandano a questioni specifiche che caratterizzano il sito e la sua storia geologica e umana. Le rocce, di natura gneissica, sono state raccolte dagli artisti e da altre persone coinvolte attivamente nel progetto durante alcuni sopralluoghi effettuati in Valnontey nell’estate 2021. I termini chiave incisi, “EMISSARIO”, “ISTANTE”, “DISTACCO”, “LIMITE” e “SEGNALI”, sono connotati dal presentare significati aperti e interpretazioni plurime: essi possono essere intesi sia quale lettura di eventi e processi caratteristici del glacialismo, sia in relazione al vissuto ed al punto di vista umano rispetto a tali fenomeni. La scelta delle parole chiave è frutto del confronto con i diversi componenti del team di ricerca.
foto di Caretto/Spagna
La seconda tipologia di oggetti origina da una performance denominata “Domande al Corpo Glaciale”, che ha avuto luogo il 10 settembre 2021 presso le sorgenti dell’Erfaulet in Valnontey. In quell’occasione gli artisti hanno effettuato una sorta di “intervista” al Ghiacciaio mediante una tradizionale tecnica di divinazione detta Ceromanzia, che consiste nel colare della cera d’api fusa in acqua ed interpretare la forma dell’oggetto risultante dall’indurimento rapido della cera.
Cinque componenti del team di ricerca sono stati invitati a formulare una domanda al Ghiacciaio rivolgendosi ad esso come ad un soggetto dotato di una propria forma di intelligenza.
Durante la performance-rituale pubblica “Domande al Corpo Glaciale” il geomorfologo Marco Giardino ha pronunciato ad alta voce, una alla volta, le cinque domande, scandendo così il gesto degli artisti che, per ognuna di esse, hanno colato un mestolo di cera d’api fusa nelle fredde acque della sorgente dell’Erfaulet.
Le cinque forme di cera rappresa, costituiscono dunque le “risposte” del Ghiacciaio. L’analisi di questi oggetti, che gli artisti invitano a considerare quali “responsi”, spinge l’osservatore a formulare delle ipotesi su possibili messaggi contenuti nell’assetto di una determinata forma apparentemente casuale e, così facendo, a riflettere sulle possibili questioni che le domande sollevano.
Gli oggetti così ottenuti sono stati successivamente riprodotti in bronzo mediante la tecnica della fusione a cera persa. Le piccole sculture sono oggi collocate nei cinque siti, a fare da contrappunto alle rocce incise con le “parole chiave”.
L’impiego di pratiche divinatorie che attribuiscono specifici significati e messaggi alla disposizione di elementi naturali (nuvole, volo degli uccelli, ecc.) o alla forma assunta da materiali caduti o gettati, sono una delle modalità che gli artisti hanno adottato, anche in passato, per indagare la questione della forma. Questo genere di atti rituali, storicamente molto praticati e rintracciabili in qualsiasi cultura tradizionale del pianeta, evidenziano come la forma delle cose sia sempre portatrice di significati e informazioni in quanto proprietà emergente da uno specifico contesto e campo di forze.
foto di Caretto/Spagna; Stefano Perona, FRoSTA
Si ringraziano sentitamente per l’aiuto e la collaborazione:
Franco Grappein, Barbara Grappein, Alberto Rossotto.
Intervento artistico realizzato nell’ambito di >> Il Giardino dei Ghiacciai
Si ringrazia FRoSTA per il contributo alla realizzazione de “Il Giardino dei Ghiacciai”