Nell’anno del centenario del Parco del Gran Paradiso FRoSTA inaugura ufficialmente in Giardino dei Ghiacciai realizzato con Legambiente.
Approfondimento scientifico
Masso Jeantet: il testimone di un pericoloso “istante” nel modellamento della valle.
A cura di Marco Giardino e Barbara Grappein
Gli effetti del glacialismo sul paesaggio
Oltre a lasciare libero il fondovalle, il ritiro del ghiacciaio ha determinato una “decompressione” dei versanti vallivi, i quali per effetto delle discontinuità rocciose sono diventati instabili e hanno rilasciato dei blocchi di frana. Il fenomeno si è protratto nel tempo in diversi settori della Valnontey, come testimoniano le numerose nicchie di distacco, gli accumuli e i blocchi di frana isolati, talora ciclopici.
Le interazioni con l’uomo
I blocchi franati hanno talvolta impressionato gli abitanti che in epoca storica hanno assistito al loro distacco. Alcuni eventi si tramandano di generazione in generazione nelle famiglie del luogo, altri sono stati fissati nel tempo attraverso segni imposti sui massi. Nelle carte di rilevamento del geologo e glaciologo Federico Sacco ne sono riportati diversi esempi.
Fra le annotazioni autografe di Federico Sacco sul margine della carta di rivelamento del Gran Paradiso (1920; conservata presso l’Archivio del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino) si legge la testimonianza di un vecchio (nato nel 1836) di nome Venanz Jeantet; egli ricorda che quand’era giovanetto e faceva il pastore in questo tratto della Valnontey vide cadere il masso (fra il 1848 e il 1850). Il giovane fu testimone di un pericoloso “istante” nel modellamento della valle, così come oggi lo è il masso indicato come “segnale glaciale n.2″.
Ma non tutti massi vengono per nuocere! Infatti ve ne sono alcuni che hanno svolto un “servizio” funzionale per la comunità locale, come riparo e ricovero per il bestiame, come supporto per la costruzione di abitazione, come cava per il prelievo di materiale lapideo, ecc.
Proseguendo lungo il sentiero di fondovalle che risale la Valnontey l’attenzione è catturata dai ripidi versanti, espressione del modellamento glaciale pleistocenico che ha inciso la valle conferendole il tipico profilo trasversale “ad U”. Osservando le pareti rocciose si riconoscono numerosi segni di instabilità che testimoniano la deformazione subita dagli ammassi rocciosi dopo il ritiro del ghiacciaio: rigonfiamenti, fratture e nicchie di distacco hanno progressivamente modificato l’originario profilo del versante.
Qui il sentiero, che risale la valle in destra orografica alla base del versante, è caratterizzato da alcuni importanti cambi di pendenza che segnano l’attraversamento di forme di accumulo di varia origine (gravitativa, torrentizia, valanghiva, … ) come testimoniato anche dalla diversa natura, dimensione ed espressione morfologica dei depositi che le costituiscono.
Intervento artistico Segnali dal corpo glaciale
A cura di Andrea Caretto e Raffaella Spagna
Parola incisa: ISTANTE
istante s. m. [dal lat. instans – antis, propr. neutro sostantivato del part. pres. di instare «stare sopra, incalzare»].
– Frazione minima di tempo, momento brevissimo, attimo (definibile in filosofia come un punto che, nell’ambito dell’estensione temporale, è sprovvisto di durata, e coincide perciò con l’extratemporale «presente»);
– Nel linguaggio scientifico, il termine è usato, generalmente, con ulteriore specificazione, per indicare un determinato valore della variabile tempo;
– In burocrazia, colui o colei che chiede in giudizio o presenta un’istanza, cioè una richiesta.
Domande dal Corpo Glaciale
Domanda n. 2: (di Franco Grappein, ex-guardiaparco Parco Nazionale Gran Paradiso):
“Caro Ghiacciaio, quante generazioni dovranno passare prima che mi porterai via la casa di Valmianaz?”
Immagini di Caretto/Spagna
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Si ringrazia FRoSTA per il contributo alla realizzazione de “Il Giardino dei Ghiacciai”
www.frosta.it
