Legambiente su Legge europea sul clima e voto Europarlamento

Legge europea sul clima, l’Europarlamento chiede un aumento al 60% del target al 2030. Legambiente: “Per fronteggiare l’emergenza climatica serve ora una risposta altrettanto coraggiosa dei governi nazionali, a partire dall’Italia”.

L’Europarlamento con il voto di ieri sulla Legge europea sul clima ha scelto di fronteggiare con decisione l’emergenza climatica chiedendo l’aumento al 60% del target europeo al 2030. Un passo avanti decisivo rispetto alla proposta della Commissione europea di aumento del 55% inclusi gli assorbimenti agroforestali.

La palla passa ora al Consiglio per raggiungere un accordo ambizioso sulla prima Legge europea sul clima entro il prossimo dicembre. Per fronteggiare l’emergenza climatica e contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C serve una risposta altrettanto coraggiosa dei governi nazionali, a partire dall’Italia.

“Serve un ulteriore passo avanti per fronteggiare l’emergenza climatica e onorare gli impegni dell’Accordo di Parigi – dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. L’ultimo Emissions Gap Report dell’UNEP ha evidenziato che l’attuale azione climatica è pericolosamente insufficiente per raggiungere gli obiettivi di Parigi e ci porta verso un allarmante surriscaldamento del pianeta di oltre 3°C entro la fine del secolo rispetto ai livelli preindustriali. Scenario, secondo le recenti previsioni del Joint Research Center della Commissione, che può costare al benessere dei cittadini europei almeno 175 miliardi di euro l’anno. Per evitare che ciò si avveri, secondo il rapporto dell’UNEP, è cruciale che l’azione climatica dei governi sia così ambiziosa da consentire una riduzione media annua del 7.6% da qui al 2030, al fine di contenere l’aumento della temperatura media globale entro la soglia critica 1.5°C”.

Per l’Unione europea questo significa una riduzione del 65% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e quindi andare ben oltre il 55% proposto dalla Commissione. Obiettivo ambizioso, ma tecnicamente ed economicamente raggiungibile. Come dimostra il recente studio dell’Università di Berlino e dell’Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW), una riduzione delle emissioni del 65% è possibile e consentirebbe all’Europa di risparmiare più di 10.000 miliardi di euro per la conseguente riduzione dei danni ambientali e climatici, oltre ad una forte riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. Fronteggiare l’emergenza climatica fa bene anche all’economia europea.