Legambiente: “No al depotenziamento delle funzioni fondamentali di controllo esercitate da Ispra e Anac”

L’allarme di Legambiente: “Così si rischia di trasformare la transizione ecologica del Paese in un’occasione d’oro per ecocriminali, corrotti e mafiosi. Sgombrare subito il campo dai rischi di una deriva pericolosa per il Paese”.

 “Guai a scambiare le semplificazioni necessarie in un “liberi tutti”. Ma soprattutto nessun passo indietro sul ruolo, fondamentale, di strutture come l’Ispra, il Sistema nazionale di protezione ambientale e l’Autorità nazionale anticorruzione”. È netta la presa di posizione di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sui segnali di depotenziamento del sistema dei controlli che arrivano dal Governo, e che espone durante la presentazione odierna del Rapporto Rifiuti Speciali 2021 di Ispra e Snpa.

“Si sta per aprire – continua il presidente di Legambiente – una grande stagione pluriennale di appalti pubblici, autorizzazioni di opere e impianti, aperture di cantieri, movimentazione di terre e rocce da scavo e trasporto e gestione di rifiuti speciali a loro connessi. Serve un’azione decisa da parte dell’esecutivo per il potenziamento degli enti pubblici che in Italia sono preposti alle istruttorie e alle valutazioni dei progetti, ai controlli ambientali e a quelli indispensabili per prevenire e contrastare la corruzione. Registriamo invece con grande preoccupazione segnali che vanno nella direzione opposta”.

È infatti dei giorni scorsi la netta presa di posizione del presidente dell’Anac, Giovanni Busia, che ha denunciato il mancato rafforzamento dell’organico dell’Autorità e il rischio di compromettere la credibilità del sistema anticorruzione, proprio quando dovrebbe essere massima l’attenzione per mettere al riparo da tangenti di pseudo imprenditori e interessi dei clan le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Una connessione, quelle tra corruzione e ambiente, sempre più stretta, come ha segnalato l’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, con 134 inchieste che hanno riguardato appalti e opere pubbliche dal 1 gennaio 2019 al 17 ottobre 2020, ben 780 persone arrestate, 1.081 persone denunciate, 298 sequestri e 41 procure impegnate nelle attività d’indagine. Ridurre, di fatto, l’efficacia e l’indipendenza dei controlli rischia di spalancare anche la porta alle mafie, che sempre di più si stanno plasmando sul profilo economico delle loro attività, come conferma l’incremento del 9,7% delle interdittive antimafia nei confronti di imprese durante la fase più pesante della pandemia (marzo 2020-febbraio 2021), rispetto all’anno precedente.

“La piena e rafforzata operatività dell’Anac – conclude Ciafani – deve essere affiancata dal rafforzamento delle attività di controllo garantite dall’Ispra e dal Sistema nazionale di protezione ambientale. Ad oggi non sono stati ancora emanati i decreti attuativi della legge 132 del 2016 da parte del Ministero della transizione ecologica, non sono previsti incrementi di organico per il Sistema nell’ambito del reclutamento di nuovo personale per il PNRR, non si è ancora arrivati ad una decisione sul rinnovo del vertice di Ispra, prossimo alla scadenza. Il lento scivolare dell’Ispra verso un incomprensibile ma ormai quasi certo commissariamento, insieme al permanere di ostacoli all’incremento dei controlli, come la clausola dell’invarianza della spesa pubblica prevista sia per la legge 68 che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale sia per l’istituzione del Sistema nazionale di protezione ambientale, rendono il quadro ancora più preoccupante. Legambiente non farà mancare, come sempre, le sue proposte, ma intanto chiediamo al governo di sgombrare il campo, non solo a parole, dal rischio di una deriva pericolosa per la stessa ripresa economica del Paese”.