L’Italia non è un Paese per gatti: crescono i maltrattamenti, le uccisioni e gli abbandoni, esacerbati dai ritardi cronici su adozioni, sterilizzazioni e campagne informative.
Nel 2022 la media è di 2 reati al giorno, più di 6 illeciti amministrativi e più di 1 persona denunciata.
Dall’inserimento nel Codice penale dei delitti contro gli animali e l’aumento dei limiti edittali e sanzioni all’approvazione del decreto per l’implementazione del Sistema informativo Nazionale degli Animali da Compagnia (SINAC) per l’anagrafe nazionale dei gatti domestici: tra le 6 richieste di Legambiente al Parlamento e alle istituzioni
Tra le buone pratiche istituzionali nel 2022: sul fronte anagrafe le regioni Lombardia e Valle d’Aosta con 1 gatto ogni 22 cittadini; per le colonie feline il Comune di Milano che ne conta 1.393, seguito da Padova (1.009) e Ravenna (900); per i gattili sanitari il Comune di Sassari con 4 strutture.
È uno degli animali domestici più coccolati e amati dagli italiani ma, negli ultimi anni, è sempre più triste protagonista di fatti di cronaca che lo vedono vittima di episodi di violenza. Parliamo del gatto, a cui Legambiente, alla vigilia della Giornata nazionale del gatto che si celebra il 17 febbraio, dedica il focus “A-Mici in Città” e una video-scheda. Facendo il punto sui principali ritardi dell’Italia nel garantire il loro benessere e tutela, quest’anno, l’associazione ambientalista dedica un focus alla crescita di episodi di maltrattamento, uccisione e abbandono. Basti pensare, negli ultimi mesi, a quanto accaduto al gatto Leone ad Angri (SA), morto a metà dicembre scorso dopo giorni di agonia dopo essere stato scuoiato vivo o al gatto Grey ad Alberobello fatto annegare, lo scorso gennaio, da una ragazzina nelle acque gelide di una fontana.
Preoccupanti i nuovi dati elaborati da Legambiente, estrapolati dall’ultimo report Ecomafia: nel 2022 le forze di polizia hanno registrato solo in tema di abbandono, maltrattamento e uccisione a danno degli animali domestici (specie cani e gatti) ben 751 reati, 2.408 illeciti amministrativi, 412 le persone denunciate. Una media giornaliera di 2 reati, più di una persona denunciata e oltre 6 illeciti sanzionati amministrativamente. Pesa molto l’assenza nel Codice penale dei delitti contro gli animali e il mancato aumento dei limiti edittali e delle sanzioni.
Una situazione allarmante, esacerbata dai ritardi cronici dell’Italia in tema di sterilizzazioni, adozioni e campagne informative. A parlare chiaro i dati del focus “A-Mici in Città” di Legambiente: nel 2022, su un campione di 552 Comuni, appena il 40% dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio e solo il 33,9% di sapere quanti gatti ci siano in queste stesse colonie. Rispetto alle sterilizzazioni, appena l’8,7% dei Comuni dichiara di avere sterilizzato più del 90% dei gatti presenti nelle sue colonie; solo il 17,7% sostiene di aver fatto campagne di sterilizzazione e il 6,7% di aver realizzato campagne per l’adozione di gatti in cerca di casa. Appena il 9,4% dei Comuni dichiara di avere, sul proprio territorio o convenzionati, gattili sanitari, strutture pubbliche indispensabili per curare gli animali liberi malati o feriti; solo il 4,5% di avere oasi feline.
Alla luce di ciò Legambiente lancia 6 richieste per recuperare questi ritardi: 1) Al Parlamento di inserire nel Codice penale i delitti contro gli animali ed aumentare i limiti edittali e le sanzioni previste, per prevenire e reprimere efficacemente abbandono, maltrattamenti e uccisioni di animali; ciò può avvenire con la rapida approvazione della proposta di legge A.C.30, a prima firma dell’onorevole Brambilla, che prevede un inasprimento delle pene per chi commette delitti contro gli animali e gode di un sostegno politico trasversale, la cui discussione è avviata in Commissione Giustizia della Camera dei deputati. 2) Al Direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari (DGSAF) del Ministero della Salute l’approvazione del decreto con le istruzioni di dettaglio per l’implementazione del Sistema informativo Nazionale degli Animali da Compagnia (SINAC)*, che consentirà l’anagrafe nazionale di tutti i gatti domestici. Ai Presidenti di Regione e ai Sindaci di realizzare un piano coordinato che preveda di: 3) attivare accordi con le associazioni per la protezione degli animali per l’applicazione di leggi e regolamenti comunali; 4) la mappatura completa, entro il 2024, delle colonie feline presenti nei contesti urbani e periurbani; 5) una campagna ad hoc, entro il 2027, di anagrafe e sterilizzazione di tutti i gatti presenti nelle colonie feline; 6) la piena operatività, entro il 2030, di 400 gattili sanitari (uno ogni 150 mila abitanti) per consentire la gestione pubblica sanitaria delle popolazioni di gatti nelle aree urbane e periurbane.
“Dal gatto Grey ad Alberobello fatto annegare nelle acque gelide di una fontana al gatto Leone scuoiato vivo in provincia di Salerno, i gatti purtroppo sono sempre più spesso al centro di maltrattamenti e di comportamenti illegali – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente –. Se da una parte è urgente una maggiore tutela con leggi e sanzioni più severe, in grado di prevenire e reprimere efficacemente abbandono, maltrattamenti e uccisioni, dall’altra è sempre più urgente attivare servizi adeguati, attività di sensibilizzazione e supporto per facilitare la convivenza, garantire il loro benessere e tutelare i gatti.”
“Gli italiani amano i gatti ma l’Italia non è ancora un Paese per gatti – aggiunge Antonino Morabito, responsabile benessere animale di Legambiente –. Ad offrirci una fotografia nitida, quanto preoccupante, è la nuova edizione di “A-Mici in città” che passa al setaccio i dati delle Aziende Sanitarie e dei Comuni responsabili della tutela e salvaguardia della salute umana, animale e ambientale. I dati dicono che non bastano le esperienze positive presenti sul territorio: all’Italia serve un cambio di rotta, esplicitato nelle 6 richieste a Parlamento e Istituzioni per la tutela della salute e del benessere animale e umano, come chiede l’articolo 9 della Costituzione”.
I gatti in Italia e “Città gattare”. Nel 2022, in Italia, Legambiente ha censito tra i 10 e 15 milioni nelle case dei cittadini, tra 700.000 e 1.150.000 quelli liberi già anagrafati e presenti nelle colonie feline registrate nelle città italiane e tra 62.000 e 93.000 le persone ufficialmente impegnate nel loro accudimento volontario. Grave la mancanza di risposte da grandi città come Roma Capitale e Napoli. Tra le città con più gatti registrati all’anagrafe Milano con ben 56.879 (di cui 20.000 in colonie feline), Prato con 15.950 gatti, Bari (15.602) e Taranto (12.936).
I dati delle aziende sanitarie. Delle 38 aziende sanitarie parte del campione di “A-Mici in Città” il 100% dichiara di avere colonie feline presenti sul proprio territorio, l’84,2% di sapere quanti gatti ci siano nelle colonie feline. Solo il 78,9% dichiara di aver incaricato cittadini (gattare/i) per la gestione delle colonie feline, il 71% di aver fatto campagne per l’adozione dei gatti. Appena il 63,2% di avere gattili sanitari sul proprio territorio e il 52,6% di avere oasi feline.
Gli esempi istituzionali virtuosi. Le regioni Lombardia e Valle d’Aosta si dimostrano fiori all’occhiello sul fronte anagrafe felina registrando, nel 2022, ben 1 gatto ogni 22 cittadini (il valore medio nazionale è di 1 gatto ogni 48 cittadini). Tra i comuni più virtuosi, invece, quello di Berzano di San Pietro (AT) con più di 1 gatto ogni 4 cittadini residenti, di Vigarano Mainarda (FE) con 1 gatto quasi ogni 5 cittadini residenti e di Berceto (PR) con 1 gatto per poco più di 5 cittadini. Sul tema adozioni, nel 2022, al primo posto il Comune di Ferrara con ben 1.951 gatti dati in adozione, seguito da Vicenza (700) e San Donà di Piave (VE) con 500. Sul tema colonie feline, il Comune di Milano che ne conta ben 1.393, seguito da Padova (1.009) e Ravenna (900). Il Comune di Sassari conta invece 4 gattili sanitari (strutture fondamentali per la cura dei gatti liberi malati o feriti), seguito da Modena e Lissone (MB) con 2.
Brutalità in crescita. Nel corso dell’anno 2023 la cronaca ha registrato una vera sequela di brutalità a danno di gatti. Legambiente ricorda alcuni degli episodi violenti delle ultime settimane. Oltre al gatto Leone e al gatto Grey già citati, nella frazione di Vaccara a Gualdo Tadino (PG) un cittadino/cacciatore ha ucciso, con un colpo di fucile, il gatto di una sua concittadina “perché aveva camminato sul cemento fresco”. A Mazzarino (CL) un gattino è stato trovato morente con un cacciavite infilato nell’occhio e un ferro in bocca. A Morlupo (RM), invece, è stato trovato un gatto ucciso a causa dello scoppio di petardi sul suo corpo, tappezzato da bruciature e pezzi di plastica fusa addosso. A Vittoria (RG) un gatto è morto per via di profonde ferite da morso provocate da un cane, di grossa taglia e tenuto al guinzaglio. Ad Aprilia (LT) un gatto è morto dopo esser stato lanciato dal balcone del palazzo dove viveva. A Lucca, un gatto nero è stato trovato morto con un taglio netto che ne ha reciso il corpo in due, attraversandolo diagonalmente all’altezza della cassa toracica.
* previsto dal decreto legislativo n. 134/2022
>> Video scheda
>> Focus A-Mici in città
Il focus “A-Mici in Città” e la video scheda anche su www.legambienteanimalhelp.it