Stanotte il “trilogo” di Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo ha detto si. Ora il testo dovrà essere validato dalla ratifica parlamentare. Legambiente: “Primo passo fondamentale ma norma troppo debole per affrontare degrado suoli europei”.
Dopo 10 ore di trattativa le istituzioni dell’UE hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla tanto attesa direttiva dell’UE per il suolo: la Soil Monitoring Law, legge europea sul monitoraggio del suolo. Per Legambiente si tratta di un primo passo fondamentale che sancisce, finalmente, che anche il suolo deve essere oggetto di una normativa europea finalizzata a tutelarlo e migliorarne lo stato di salute, come avviene da tempo per la qualità dell’acqua e l’aria pulita. Anche se, sottolinea l’associazione ambientalista, c’è da dire che la norma è troppo debole per affrontare il degrado dei suoli europei.
“L’accordo raggiunto a Bruxelles – dichiara Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente – è un passo importante verso il riconoscimento giuridico della tutela del suolo come fondamentale bene ambientale, ma il contenuto della legge europea sul suolo è ancora troppo debole, e non all’altezza delle aspettative per le quali noi stessi, insieme ad altre centinaia di organizzazioni, eravamo scesi in campo con l’iniziativa ‘People 4 Soil’ per la quale avevamo raccolto le firme di centinaia di migliaia di cittadini e cittadine europee. La direttiva, di fatto, consegna agli Stati Membri la responsabilità di tutelare il suolo e di arrestarne il consumo. Questo significa che siamo solo all’inizio di un percorso, lungo e irto di ostacoli, prima di vedere norme e azioni efficaci per fermare il degrado del suolo, ma è pur sempre un inizio, da salutare con ottimismo”.
Il testo approvato, ora soggetto alla ratifica da parte di Parlamento e Consiglio, si limita a definire un quadro di riferimenti comuni per il monitoraggio del suolo, non si dota di obiettivi giuridicamente vincolanti nè impone di sviluppare piani per la salute del suolo, e nemmeno vincola gli Stati membri di attuare pratiche di gestione sostenibile del suolo. Per quanto riguarda la più severa tra le minacce, ovvero il consumo di suolo, il testo si limita a indicare misure volontarie, rinunciando dunque a puntellare giuridicamente il principio ‘zero consumo di suolo entro il 2050’ definito dalle strategie europee sul suolo da oltre un decennio.