Approvato in via definitiva il ddl Orlando- Franceschini che introduce i reati contro il patrimonio culturale nel codice penale. Legambiente: “Nuova riforma di civiltà per mettere sotto scacco le archeomafie”.
“Dopo i reati ambientali introdotti nel 2015, oggi il nostro Codice penale si arricchisce finalmente anche degli illeciti contro il patrimonio culturale. Una importante riforma di civiltà che l’Italia, tra i paesi più noti e ricchi al mondo per i suoi beni culturali e reperti archeologici, aspettava da anni – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – e su cui la nostra associazione si è battuta da lungo tempo denunciando, con il Rapporto Ecomafia, il saccheggio del patrimonio culturale e i traffici illeciti praticati dalle archeomafie. Oggi tutto ciò si concretizza con l’approvazione in via definitiva del ddl Orlando-Franceschini che introduce finalmente i delitti contro il patrimonio culturale, mettendo così sotto scacco chi attacca e saccheggia il tesoro artistico del Paese”.
“Il lavoro quasi 30ennale della nostra associazione – aggiunge Enrico Fontana, responsabile osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – anche se con grandissimi ritardi sta ottenendo risposte importanti da parte del legislatore, ma ci sono ancora norme fondamentali da approvare per tutelare l’ambiente, la biodiversità e la salute delle persone. Ora i prossimi passi da compiere dovranno essere l’introduzione dei delitti contro la fauna, contro le agromafie e una normativa per rendere certa la demolizione delle costruzioni abusive che deturpano il territorio nazionale”.
Stando all’ultimo rapporto Ecomafia, Legambiente ricorda che sul fronte archeomafie nel 2020 sono aumentati i controlli (11.801, una media di 32 al giorno, con una crescita, rispetto all’anno precedente, del 32%) e diminuiti i furti (-18%), le persone denunciate e gli arresti. Il Lazio, con il 14,7% del totale nazionale, è la regione dove si registra il maggior numero di furti, seguita da Puglia (11,6%), Toscana (10,6%) e Campania, con il 9%”.