C'è Puzza di Gas nelle Marche

Al Forum Energia Marche i dati regionali “C’è Puzza di Gas” sul metano disperso

Al centro della prima edizione del Forum Energia di Legambiente Marche i temi dei grandi impianti rinnovabili, dell’efficienza e della riqualificazione energetica, ma anche la presentazione dei dati regionali sulle dispersioni di metano con la quarta tappa della campagna “C’è Puzza di Gas”

Nelle Marche la transizione energetica è in netto ritardo. Se infatti a livello nazionale ogni anno la produzione di energia da fonti pulite aumenta, a livello regionale si assiste a uno stallo più che decennale, a volte frutto di resistenze territoriali che si trasformano in atti politici volti a rallentarne la diffusione.

Secondo il Decreto Aree Idonee la Regione Marche, entro il 2030, deve raggiungere almeno 2.346 MW di nuova potenza installata. Ad oggi, considerando le installazioni realizzate dal 2021 a marzo 2025, ha realizzato 425 MW, pari al 18,1% dell’obiettivo finale. Attualmente, è tra quelle che mostrano un andamento negativo rispetto agli obiettivi intermedi fissati a marzo 2025 dal Decreto Aree Idonee, con un deficit di 57 MW di potenza. Stando alla media delle installazioni realizzate dal 2021 al 2024, pari a 100 MW annui, la Regione rischia di raggiungere il proprio obiettivo in 19,2 anni, con ben 13,2 anni di ritardo. Dovrebbe, invece, nei prossimi 5 anni e mezzo installare almeno 1.921 MW di nuova potenza da fonti rinnovabili, pari ad una media annuale di 349,3 MW.

Questi e altri temi al centro della prima edizione del Forum Energia di Legambiente Marche, che si è svolto questa mattina presso il Conference Center di Ancona. L’iniziativa ha offerto una fotografia aggiornata dello stato della transizione energetica nelle Marche, affrontando questioni chiave: dalla realizzazione dei grandi impianti da fonti rinnovabili alla definizione delle aree idonee, dall’efficientamento energetico alla promozione delle comunità energetiche. Un focus particolare è stato dedicato proprio al tema delle aree idonee per la realizzazione dei grandi impianti da fonti pulite, nodo cruciale per una Regione che – come il resto d’Italia – è chiamata a individuare spazi adeguati per favorire la diffusione delle rinnovabili e abbandonare progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili. Nel corso del Forum Energia sono stati anche presentati i dati regionali della campagna di Legambiente “C’è puzza di gas – Per il futuro del Paese non tapparti il naso”, incentrata sui rischi connessi all’estrazione e alla distribuzione del gas fossile in Italia, attraverso un’attività di monitoraggio delle infrastrutture della filiera del gas.

Le Marche hanno tutte le carte in regola per effettuare una celere ed ordinata transizione energetica – dichiara Marco Ciarulli Presidente di Legambiente Marche – ed è evidente che per effettuarla serva in primis una buona pianificazione della Regione Marche che identifichi le aree idonee dove realizzare questi impianti. Successivamente è necessario pianificare e realizzare percorsi partecipativi con i territori che verranno coinvolti, perché questa transizione sia efficace è infatti necessaria la partecipazione delle comunità locali che hanno il diritto di essere parte attiva della transizione ed essere correttamente informate, la transizione energetica è urgente ma non deve lasciare indietro nessuno”.

Imprimere una accelerazione alla realizzazione dei grandi impianti è un elemento fondamentale non solo per contrastare la crisi climatica e per ridurre le bollette energetiche, come hanno fatto Spagna e Germania, ma anche per portare innovazione e sviluppo di nuove filiere industriali in grado di far nascere nuovi posti di lavoro. Ad oggi la responsabilità di tutti gli organi amministrativi – dal Governo ai Comuni, passando per le Regioni – è non solo quello di semplificare e accelerare, ma anche far comprendere il vero valore di questi impianti, che oltretutto rappresentano l’unica strategia efficace per proteggere paesaggi, territori e bellezze. Fondamentale, in questo processo, è anche il coinvolgimento attivo delle comunità: la transizione ecologica dovrà avvenire nei territori e con i territori, non sopra le loro teste.

La transizione passa necessariamente anche da una drastica riduzione dell’uso del gas fossile, a partire dal metano, che rappresenta una minaccia non solo per il clima ma anche per la salute pubblica. Il gas fossile contribuisce in modo significativo al riscaldamento globale, con un potere climalterante – nei primi 20 anni – fino a 86 volte superiore a quello della CO₂. Inoltre, è responsabile della formazione dell’ozono, un inquinante atmosferico che provoca patologie respiratorie e aumenta il rischio di mortalità precoce.

È proprio sulle emissioni fuggitive di questo gas che si concentra la campagna di Legambiente “C’è Puzza di Gas – Per il futuro del Pianeta non tapparti il naso” che oggi, in occasione del Forum Energia nelle Marche, presenta i dati preliminari del monitoraggio regionale realizzato tra il 3 e il 5 giugno in dieci infrastrutture del gas – sette impianti collocati nella provincia di Ancona e tre nel Fermano -, tra cui tre pozzi produttivi sia eroganti che non eroganti, cinque impianti di regolazione e misura e due stazioni di valvola.

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Dopo una prima valutazione condotta su circa 61 elementi tramite il “naso elettronico” – uno strumento avanzato per il rilevamento delle emissioni – l’analisi si è focalizzata su 22 elementi maggiormente emissivi, di cui 15 perdite e 7 casi di venting, ossia rilasci volontari di gas.

Confrontando i valori rilevati con le soglie comunemente adottate in ambito di sicurezza, è emerso che un elemento ha registrato una concentrazione media di metano nell’aria di livello alto, al di sopra di 1.000 ppm, pari 2.665 ppm (parti per milione): si tratta delle due flange monitorate presso la stazione di valvola a Jesi (AN). Tre elementi hanno mostrato concentrazioni medie tra 100 e 1.000 ppm, mentre 17 elementi — tra cui sfiati, valvole, tubazioni e flange — hanno presentato livelli bassi, al di sotto di 100 ppm. Un solo elemento, infine, ha fatto registrare dispersioni “ininfluenti” presso l’area pozzi produttivi eroganti San Marco 1-2-3, a Sant’Elpidio a Mare (FM). *

Per affrontare l’emergenza climatica e rispettare gli impegni internazionali, a partire dal Global Methane Pledge, servono normative più ambiziose e controlli efficaci, sia a livello nazionale che europeodichiara Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia LegambienteRispettare le direttive UE però non basta: è necessario puntare a obiettivi più coraggiosi e ambiziosi, riducendo le importazioni e migliorando l’efficienza energetica.  I dati raccolti da Legambiente indicano che il percorso per eliminare le emissioni fuggitive è ancora molto lungo: non dimentichiamo che si tratta di dispersioni che non dovrebbero verificarsi, nemmeno in misura minima, e che derivano da pratiche scorrette o scarsa manutenzione. L’obiettivo dell’Italia dovrebbe essere quello di guardare a Paesi come la Norvegia che in pochi anni e regole chiare e stringenti è riuscita quasi ad azzerare le proprie emissioni”.

Al Forum Energia di Legambiente Marche spazio ai temi dell’efficienza energetica e della riqualificazione degli edifici, entrambi elementi fondamentali nella lotta alla crisi climatica e nel miglioramento della qualità di vita delle persone. Attraverso la campagna #perunsaltodiclasse, infatti, Legambiente ha portato nelle Marche la mostra “Caldaie a gas pezzi da Museo” e la mostra “MaINN”, dedicata ai materiali innovativi e sostenibili.

Due strumenti per raccontare come oggi esistano tecnologie mature ed efficienti in grado di sostituire le obsolete caldaie a gas fossile, inquinanti e climalteranti e che rendono il nostro Paese fortemente dipendente dalle importazioni di Paesi esteri, ma anche come nel mercato esistano materiali efficaci e sostenibili in grado di riqualificare il patrimonio edilizio. Una campagna nata grazie alla collaborazione con Kyoto Club e che mira a informare cittadini, amministrazioni e progettisti sulle opportunità oggi esistenti, ma anche per spingere il Governo ad accelerare sullo sviluppo di politiche di efficienza energetica, oggi del tutto inesistenti, soprattutto considerando gli obiettivi dettati dalla Direttiva EPBD e dall’entrata in vigore, nel 2027, dell’ETS2 che rischia di avere forti ripercussioni nei bilanci delle famiglie, con aggravi che potranno arrivare a superare i 250 euro l’anno. In questo quadro fondamentale anche il ruolo delle Amministrazioni comunali, che possono essere protagonisti in prima persona attraverso regolamenti edilizi o i pochi incentivi ad oggi esistenti di piani di riqualificazione degli edifici pubblici, ma anche in campagne di informazione per i cittadini.

*Nota metodologica: Tutti i monitoraggi sono stati effettuati attraverso l’uso di un “naso elettronico” che sfrutta le caratteristiche del metano assorbendo il raggio laser (a infrarossi) di una specifica lunghezza d’onda (tecnologia di assorbimento a infrarossi). Il raggio laser diretto su parti delle infrastrutture, come tubature del gas o flange, riflette un raggio diffuso dallo stesso elemento e ricevuto dallo strumento come fascio riflesso che misurerà l’assorbenza del fascio, che sarà poi calcolata in densità della colonna di metano (parti per milione per metro – ppm*m). 

Dividendo la concentrazione in ppm*m per la distanza stimata in metri tra lo strumento e l’elemento monitorato, si ottiene una stima della concentrazione media lungo il percorso ottico del laser tra lo strumento e l’elemento monitorato in ppm (parti per milione), l’unità di misura più comunemente utilizzata a livello internazionale per valutare le fuoriuscite di metano. 

In analogia con le soglie di riferimento impiegate nel settore della sicurezza industriale e tenendo conto che la concentrazione di metano nell’atmosfera terrestre è in media pari a circa 2 ppm, le concentrazioni rilevate possono essere classificate secondo la seguente scala: 

  • Fino a 10 ppm – valori localmente compatibili con la normalità o solo lievemente elevati → ININFLUENTE 
  • Da 10 a 100 ppm – indicativi di potenziali rilasci da impianti o infrastrutture → BASSO 
  • Da 100 a 1.000 ppm – segnalano la presenza di una perdita significativa → MEDIO 
  • Oltre 1.000 ppm – indicano un’emissione importante, con possibile rischio di fenomeni pericolosi (es. esplosioni) → ALTO