Natura in città sul numero di marzo di Nuova Ecologia

La gestione del verde nelle aree urbane è uno strumento di pianificazione cruciale per migliorare la qualità della vita e per garantire una convivenza sana con gli animali in città, compresi quelli selvatici.

E ancora, nella rivista, la “Mattanza colombiana” degli attivisti; “Mesopotamia nella palude”, tra crisi climatica e siccità; il consumo energetico dei Bitcoin e “L’insostenibile pesantezza del mining”; “La profezia di Calvino” sull’antropocene; il giro del mondo artico dell’ultracyclist Di Felice.

 

Assorbe l’inquinamento atmosferico, riduce i danni delle alluvioni, mitiga le ondate di calore e rende più vivibili gli spazi comuni. Con benefici non trascurabili per il nostro benessere psicofisico. È la Natura in città, al centro della Nuova Ecologia di marzo. Il mensile di Legambiente dedica la sua storia di copertina, illustrata da Carol Nazatto, alla gestione del verde nelle aree urbane, dove si stima che entro il 2050 vivrà l’80% della popolazione italiana: ripensarle in armonia con la natura è dunque indispensabile, oltre che conveniente, come raccontano i servizi di Giulia Assogna, Lorenzo Ciccarese e Piero Genovesi. Il verde – ben manutenuto e impiegato quale strumento di pianificazione anziché come mero arredo urbano – contribuisce all’aumento della biodiversità. E se affiancato a misure di prevenzione dei rischi, come la corretta gestione dei rifiuti, favorire la convivenza con gli animali, inclusi quelli selvatici sempre più presenti nelle nostre città.

La natura in città, nei suoi molteplici aspetti, è anche al centro di “Unfakenews”, la campagna di Legambiente e Nuova Ecologia per contrastare le bufale ambientali: all’interno della rivista e sul sito unfakenews.it, disponibili domande e risposte e schede di approfondimento a cura di Stefano Raimondi, coordinatore dell’ufficio Aree protette e biodiversità di Legambiente.

Fra le inchieste del mensile segnaliamo quella di Francesca Caprini sulla “Mattanza colombiana”: il 2022 si è aperto con l’omicidio di Breiner David, ecoattivista indigeno di appena 14 anni. A cinque anni dalla firma sugli Accordi di pace tra il governo di Bogotà e le Farc sono più di 1.300 i morti ammazzati nel Paese sudamericano. E il numero cresce con l’avanzare dei progetti estrattivi che investono le comunità locali.

“L’insostenibile pesantezza del mining” è invece il titolo dell’inchiesta di Marco Carlone e Daniela Sestito sul consumo energetico dei Bitcoin: un fardello ambientale che equivale a quello di un Paese come la Norvegia, e che sta mutando la geografia delle criptovalute, data la crescente fame di energia a basso costo. Uno scenario nel quale la strada verso un mining ecologico appare ancora lunga e accidentata.

È una “Mesopotamia nella palude” quella raccontata da Davide Tocchetto: in Iraq, crisi climatica e siccità minacciano una delle zone umide più estese e preziose del Pianeta, già fortemente destabilizzata nei suoi equilibri naturali dal regime di Saddam Hussein e dai “furti d’acqua” di Iran, Siria e Turchia. Solo a El Chibaish c’è un’area verde e ricca d’acqua. La causa sono però i 2.000 m3 di reflui non trattati sversati quotidianamente, mettendo così a grave rischio la pesca, l’agricoltura e salute degli “arabi delle paludi”.

Italo Calvino “profeta dell’Antropocene”, secondo Serenella Iovino, tra le maggiori esperte di cultura ambientale: intervistata per Nuova Ecologia da Marino Midena, l’autrice di Calvino’s animal Antropocene stories spiega come il grande scrittore, già a inizio Novecento, avesse colto i cambiamenti che di lì a poco avrebbero investito il mondo, intuendo anche l’Antropocene. Il suo ambientalismo – spiega Iovino – è nelle città immaginate che rincorrono o anticipano l’immaginario dell’abitare, con i suoi problemi di sostenibilità, sovrappopolazione, globalizzazione”. Nei racconti di Calvino gli animali emergono come “abitanti di un mondo sotto assedio” e “accanto a loro compare nello specchio anche un’altra figura, quella di un anthropos senza più la maiuscola”.

Infine, Sebastiano Venneri incontra per Nuova Ecologia l’ultracyclist Omar Di Felice: impegnato in queste settimane a realizzare il giro del mondo artico. Dalla Kamchatka all’Alaska, passando per Finlandia, Norvegia, Svalbard, Islanda e Groenlandia, il campione sta affrontando questa impresa per farsi testimone della drammaticità della crisi climatica.

Questi e altri contenuti sono stati al centro della presentazione di Nuova Ecologia di marzo, in diretta streaming il 1° marzo sul sito (lanuovaecologia.it) e sui canali della rivista, oltre che sulla pagina Linkedin di Legambiente.