Target climatico europeo per il 2040

 La Commissione propone una riduzione netta del 90% delle emissioni climalteranti. Legambiente: “Decisione politica importante. Ora l’Europa faccia ulteriore passo in avanti e raggiunga zero emissioni nette entro il 2040 fissando un calendario per il phase-out delle fossili”.

La palla passa ora ai governi nazionali. L’Italia segua l’esempio di Germania e Francia, che insieme ad altri 9 Paesi si sono già espressi a favore di un target ambizioso, cruciale per un nuovo Green Deal Europeo”.

“La Commissione oggi ha adottato la Comunicazione sul nuovo target europeo di riduzione delle emissioni climalteranti per il 2040 secondo quanto previsto dalla Legge Europea sul Clima. Si tratta – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – di un’importante decisione politica che avrà un forte impatto sul futuro del Green Deal Europeo. Ora l’Europa faccia un ulteriore passo in avanti e metta in campo un’ambiziosa azione climatica in grado di raggiungere zero emissioni nette già nel 2040 fissando un calendario (2030 per il carbone, 2035 per il gas e 2040 per il petrolio) per il phase-out dei combustibili fossili. E fare così da apripista per tradurre in realtà l’Accordo di Dubai attraverso quel Patto di solidarietà per il clima, proposto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, tra Paesi industrializzati, emergenti ed in via di sviluppo per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale. La palla passa ora ai governi nazionali e in questa partita sarà cruciale anche il ruolo dell’Italia. Il nostro auspicio è che assuma al più presto una posizione altrettanto ambiziosa come hanno fatto già Germania e Francia, che insieme ad altri 9 Paesi – Spagna, Olanda, Danimarca, Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Bulgaria – si sono già espressi a favore di un target ambizioso, cruciale per un nuovo Green Deal Europeo”.

La proposta della Commissione, infatti, sarà discussa nel Consiglio Ambiente del prossimo 25 marzo, in preparazione del Vertice dei 27 Capi di Stato e di governo del 27-28 giugno dove si adotterà l’Agenda Strategica Europea 2024-2029, che fissa le priorità del nuovo ciclo istituzionale che inizierà dopo le prossime elezioni di giugno, e dovrà avere l’azione climatica come architrave del nuovo Green Deal Europeo.

Non va poi dimenticato che gli anni di qui al 2030, come evidenzia l’ultimo rapporto dell’IPCC, saranno cruciali per poter contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C. A tal fine, l’Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65%, grazie ad un contributo più ambizioso di rinnovabili (50%) ed efficienza energetica (20%). E grazie anche al possibile assorbimento di 600 milioni di tonnellate di CO2 da parte del settore agroforestale, investendo nello sviluppo di sinks naturali e nel recupero degli ecosistemi, entro il 2030 si può raggiungere una riduzione netta delle emissioni climalteranti di almeno il 76%. In questo modo, mantenendo costante l’assorbimento di 600MtCO2 nei dieci anni successivi (quasi il doppio delle 317MtCO2 previste dalla Commissione), già nel 2040 con una riduzione delle emissioni climalteranti del 92% si possono raggiugere zero emissioni nette. Obiettivo ambizioso, tecnologicamente ed economicamente possibile. Serve però un forte cambio di passo rispetto all’attuale azione climatica.

“L’Europa – spiega Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente – si trova a fronteggiare una triplice crisi climatica, economica e sociale. Per vincere questa sfida serve un Nuovo Green Deal Europeo con riforme ed investimenti – grazie a una profonda riforma dell’attuale governance economica – in grado di accelerare la transizione verso un’economia europea libera da fonti fossili, circolare ed a zero emissioni. Una transizione giusta fondata su un nuovo contratto sociale come motore di un’economia europea decarbonizzata, inclusiva, resiliente e competitiva al tempo stesso. Una sfida che possiamo e dobbiamo vincere. In particolare, per fronteggiare l’emergenza climatica bisogna triplicare gli sforzi fatti negli ultimi tre decenni e passare da una riduzione media annua delle emissioni climalteranti dell’1.1%, registrata nel periodo 1990-2020, ad almeno il 3.5%, rispetto ai livelli del 1990, entro il 2040. Con una radicale inversione di rotta nei trasporti, unico settore che continua a registrare emissioni in crescita (+16% rispetto al 1990), dove attraverso una rapida elettrificazione servirà raggiungere una riduzione media annua di almeno il 5%. In questo modo sarà possibile contenere il pesante impatto che la crisi climatica sta avendo sull’Europa. Come evidenzia l’Agenzia europea dell’ambiente, dal 1980 ad oggi, gli eventi metereologici estremi dovuti al cambiamento climatico sono costati all’Europa 520 miliardi di euro e 145mila morti”.