Superbonus, stop sconto in fattura e cessione del credito

Legambiente: “Governo Meloni continua a sbagliare mira”.

“Urgente un ripensamento, come avvenuto nel caso delle aree terremotate, su strumenti efficaci come quello della cessione del credito e dello sconto in fattura per le case popolari e il Terzo Settore, ma anche un’accelerazione nella revisione delle politiche dedicate al settore edilizio, a partire dalle risorse per il recepimento della direttiva delle Case Green” .

“Con l’approvazione del decreto di legge in Cdm che di fatto elimina lo sconto in fattura e la cessione del credito il Governo Meloni continua a sbagliare mira – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. Dalle case popolari delle famiglie a basso reddito agli immobili del Terzo Settore (di cui ricordiamo il grande ruolo sociale e culturale che svolgono assistendo la cittadinanza nei tanti vuoti del Paese), fino all’abbattimento delle barriere architettoniche: il Governo decide di abbandonare non solo i più fragili, che non hanno le condizioni economiche per riqualificare energeticamente la propria abitazione e ridurre i costi in bolletta, ma anche le imprese, togliendo loro degli strumenti che hanno creato nuovi posti di lavoro, ridotto i costi in bolletta e portato a innovazione anche in termini di rigenerazione urbana”.

“Era chiaro che fosse necessario rivedere il Superbonus, un costo troppo oneroso per lo Stato, trattandosi di uno strumento non lungimirante nel pensare a interventi uguali per tutti, a prescindere dal reddito e dall’efficacia energetica – continua Ciafani –. Eliminare totalmente l’unica politica di riqualificazione del settore edilizio, senza pensare a rivedere le norme che lo governavano è un errore a cui il Governo dovrà porre rimedio con estrema urgenza. Sarebbe bastato rimodulare il sistema incentivante sulla base non solo dei redditi ma anche degli effetti degli investimenti, prevedendo un fondo per consentire alle famiglie con maggiori difficoltà di poter accedere all’incentivo. Fermando quei 17 miliardi l’anno che l’Italia spende in sussidi ambientalmente dannosi tra caldaie a gas (su cui è intervenuta anche la Commissione europea), tecnologie obsolete, climalteranti e dispendiose e le agevolazioni per immobili energivori e inquinanti incentivando, invece, interventi volti a portare gli edifici nella migliore classe energetica possibile, l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili, il recupero delle acque piovane, la messa in sicurezza sismica e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Dal Governo italiano ci aspettiamo, dopo il passo indietro per le aree terremotate, non solo un ripensamento per le case popolari e gli edifici del Terzo Settore, ma anche una revisione urgente e necessaria degli incentivi e la reintroduzione di strumenti efficaci come quello della cessione del credito e dello sconto in fattura. L’Italia dovrà recepire entro due anni la direttiva delle Case Green stabilendo un piano di interventi che, nella migliore delle stime, riguarderà 5milioni di abitazioni. Numeri importanti che richiederanno incentivi, aiuti e moltissime risorse per rendere più indipendente energeticamente il nostro paese nell’interesse nazionale. Non possiamo più attendere”.