Biodiversità a rischio

Rapporto sullo stato di salute delle specie viventi, sui principali fattori di rischio e sulle strategie da adottare per far fronte alla perdita della diversità biologica. 

Per centrare gli obiettivi europei e frenare la perdita di biodiversità entro il 2030, l’Italia deve accelerare al più presto il passo. Servono azioni concrete non più rimandabili a partire da una strategia nazionale per la biodiversità al 2030 adeguatamente finanziata e condivisa, nuove aree protette e marine e zone di tutela integrale, interventi per migliorare la tutela, conservazione, gestione e monitoraggio della biodiversità, la convivenza tra animali selvatici e uomo, e ripensare in una chiave sostenibile alcune attività antropiche.

È quanto sottoliniamo nel nuovo report “Biodiversità a rischio 2023” giunto alla sedicesima edizione, in cui facciamo il punto della situazione tra buone notizie, criticità e azioni da mettere in campo da qui ai prossimi anni, replicando anche quelle buone pratiche già diffuse nel Paese. Due gli osservati speciali al centro del dossier: le Alpi e il Mediterraneo dove si concentrano alcune delle sfide e delle criticità più importanti da affrontare in termini di gestione e convivenza con la fauna selvatica, ma anche di ripensamento delle attività antropiche a partire dalla pesca intensiva. Ed è da queste due aree che bisogna partire prevedendo interventi concreti che vadano nella giusta direzione per invertire i trend negativi come chiesto dall’Europa.