Italia è un Paese ricco di foreste e di contraddizioni: è ricoperto per il 36,7% da boschi ma importa l’80% delle materie prime legnose dall’estero, a scapito della valorizzazione della filiera made in Italy, della lotta alla deforestazione globale e del contrasto al traffico illegale del legno.
L’Italia è un Paese “forestale” a nostra insaputa, ricoperto per il 36,7% da aree forestali (11.054.458 ettari) e registra una crescita annuale media di 52.856 ettari all’anno (circa 64.067 campi da calcio). Ma è anche il Paese dei paradossi e dei ritardi nella valorizzazione del proprio patrimonio forestale: utilizza infatti appena il 20% del legno proveniente dal prelievo nazionale e importa dall’estero l’80% del fabbisogno nazionale di materie prime di origine legnosa, a scapito della esaltazione della filiera made in Italy, della lotta alla deforestazione globale e al traffico illegale del legno. Inoltre, ad oggi appena il 18% delle foreste ha un piano di gestione forestale vigente (che assicura il rispetto di stringenti requisiti ambientali, sociali ed economici) e solo il 10% di queste è certificata; senza contare la mancata pianificazione e vigilanza forestale delle istituzioni preposte.
Di fronte a questo quadro, il Governo italiano continua ad andare in una direzione sbagliata, come dimostra con la mancata attuazione e il rinvio del Regolamento UE 2023/1115 (EUDR), volto a frenare l’importazione di prodotti legati alla deforestazione. Strumento invece nevralgico per l’Italia, come impegno contro la deforestazione globale e per frenare il degrado della biodiversità forestale entro il 2030, considerando che, secondo l’aggiornamento della Lista Rossa IUCN, pubblicato negli scorsi giorni in occasione della COP16 a Cali, più di una specie di alberi su tre rischia l’estinzione; ma anche per salvaguardare la reputazione del settore manifatturiero della filiera del legno arredo Made in Italy e arrestare il prelievo indiscriminato e illegale di alberi dal legno pregiato che, secondo l’Interpol, rappresenta la seconda fonte di reddito per la criminalità organizzata mondiale dopo il traffico di stupefacenti.
Per approfondire leggi il REPORT FORESTE 2024
Comunicato stampa
Le nostre proposte al governo
1) Valorizzare e puntare sul Made in Italy forestale e le filiere locali, riducendo l’importazione di materie prime legnose di almeno il 10% entro il 2030, promuovendo i “Cluster Foresta Legno”regionali;
2) contrastare il commercio illegale e farsi promotore della lotta alla deforestazione globale applicando la EUDR entro i tempi richiesti e previsti dal regolamento per incrementare produzioni di qualità;
3) rafforzare la tutela della biodiversità per frenare gli effetti della crisi climatica sulle foreste, applicare speditamente la Nature Restoration Law presentando subito i piani di azione nazionali;
4) aumentare la protezione delle foreste e creare santuari per la biodiversità forestale, proteggendo in maniera integrale almeno il 10% delle foreste nazionali e ridurre le minacce naturali sugli ecosistemi forestali derivanti dalla desertificazione, incendi e malattie indotte dai cambiamenti climatici;
5) attuare tutti i livelli di pianificazione previsti dalle norme e sostenere la certificazione forestale per garantire la gestione sostenibile;
6) potenziare il verde urbano per rigenerare le città e combattere la crisi climatica anche attuando i Criteri minimi ambientali negli appalti per il verde pubblico e la certificazione delle foreste urbane;
7) migliorare ricerca, conoscenza e monitoraggio degli ecosistemi forestali anche alla luce dei cambiamenti climatici che impattano sulle foreste e sui suoli forestali.