Focus Ecosistemi Acquatici

Il punto della situazione sullo stato di conservazioni e la tutela delle zone umide e degli ecosistemi acquatici.

Le zone umide, ecosistemi di transizione tra terra e acqua, rappresentano uno degli ecosistemi più
vitali e dinamici del nostro pianeta. Questi ambienti sono fondamentali per la biodiversità, la regolazione
idrologica, il sequestro del carbonio e la mitigazione dei cambiamenti climatici, la protezione delle coste
e il benessere umano. Tuttavia, le zone umide sono oggi minacciate da una serie di sfide legate ai
cambiamenti climatici e alle attività antropiche.

Focus Ecosistemi Acquatici 2025

Oltre ad una approfondita panoramica globale che raccoglie e analizza i più recenti studi internazionali e nazionali, nel report 2025 segnaliamo le aree più delicate del nostro Paese, zone umide il cui futuro è gravemente minacciate dalla crisi climatica.  A pesare l’innalzamento del livello del Mediterraneo – che potrebbe portare alla sparizione di ampi tratti di costa che ospitano zone umide, come le lagune costiere alto-adriatiche (Delta del Po, Laguna di Venezia, Lagune di Grado-Marano e Panzano), il Golfo di Cagliari, la costa fra Manfredonia e Margherita di Savoia. E l’aumento di frequenza e intensità di periodi di siccità, che nel 2024 hanno messo in ginocchio soprattutto il sud Italia, la Pianura Padana e diverse aree fra Toscana, Umbria e Marche.

Una minaccia importante se si pensa che l’Italia – che conta 57 zone umide d’importanza internazionale, distribuite in 15 Regioni – secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Nature”, negli ultimi 300 anni (dal 1700 al 2000) ha già perso il 75% delle zone umide.  

A livello globale, il report IPBES stima che l’85% delle zone umide è oggi a rischio scomparsa e con esse 4.294 specie su 23.496 animali d’acqua dolce iscritti nella Lista Rossa IUCN, tra cui il 30% dei crostacei decapodi (gamberi, granchi, gamberetti), il 26% dei pesci d’acqua dolce e il 16% degli odonati (libellule, damigelle).

Non mancano nella pubblicazione gli esempi di buone pratiche di conservazione e gestione sostenibile delle zone umide e le nostre proposte al Governo: partendo dai ritardi dell’Italia nell’applicazione della Strategia dell’UE sulla Biodiversità per il 2030 e della Nature Restoration Law, chiediamo un serio impegno non solo nella messa a punto di risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento alla crisi climatica, ma anche nella protezione e nel ripristino degli ecosistemi acquatici e delle zone umide.