PM10 alle stelle ed emergenza clima: ma in Emilia Romagna si manifesta per le autostrade. Legambiente invita a disertare la mobilitazione lanciata da Merola e Bonaccini per il 9 marzo.
Un inizio d’anno nero per lo smog in pianura padana. Dai primi giorni febbraio tutti capoluoghi dell’Emilia-Romagna sono costantemente sopra i limiti delle PM10, con gran parte dei capoluoghi che sono già oltre i 25 giorni di sforamento sui 35 consentiti in un anno. Eppure il 9 marzo il sindaco di Bologna Merola ed il Presidente Bonaccini hanno lanciato la manifestazione pro autostrade, a cui molte parti sociali sembrano pronte ad aderire.
“Una pagina triste per questa regione – commenta Legambiente – E’ incomprensibile avviare uno scontro istituzionale e sociale a favore delle autostrade, simbolo del passato e di un trasporto ad alto impatto. Per questo invitiamo i corpi sociali e gli aderenti al “Patto per il lavoro” a non prestare il proprio nome a questa iniziativa”.
“Nello stesso momento in cui studenti e società civile scendono nelle piazze d’Europa per chiedere azioni urgenti per fermare il riscaldamento globale, in Emilia Romagna si prepara una manifestazione a favore di autostrade e infrastrutture dedicate alla mobilità privata su gomma”.
Si apre così la lettera inviata da Legambiente agli enti locali ed alle parti sociali con la richiesta di aprire un tavolo di confronto, non più procrastinabile, sulla decarbonizzazione dei trasporti.
“La chiamata a scendere in piazza a favore delle autostrade appare come la campana a morto di una stagione ormai lontana – commenta l’associazione – Stagione in cui la nostra regione produceva innovazione e idee all’avanguardia per il Paese. Oggi sembra rimanere in campo solo il pragmatismo, incapace di discriminare tra le necessità di uno sviluppo sostenibile e logiche del passato”.
Legambiente non ignora il tema cruciale del lavoro, ma l’idea che queste opere siano una soluzione salvifica è fallace e demagogica. Degli interventi oggetto di confronto – Bretella Campogaliano Sassuolo, Cispadana, adeguamento nodo bolognese – se ne discute da oltre un decennio. Imprese e mondo del lavoro avrebbero invece molte più chance di vedere aperti cantieri su opere davvero utili per clima, ambiente, e mobilità di pendolari e merci. Molteplici gli esempi: dai tram, all’ammodernamento delle linee ferroviarie minori, passando per il collegamento ferroviario Tirreno-Brennero, fino all’adeguamento dei ponti malandati sul Po. Lo stesso PUMS di Bologna (il piano della mobilità sostenibile) sarebbe un progetto su cui fare convergere le forze di tutti.
Nella lettera Legambiente entra anche sul tema del corretto rapporto tra istituzioni: se, correttamente, il Ministro dei Trasporti sta portando avanti quanto promesso prima delle elezioni, il mancato coinvolgimento degli enti locali sul cambio di progetto del passante di Mezzo rischierebbe oggettivamente di determinare precedenti pericolosi. “Auspichiamo dunque – conclude Legambiente – che si apra un tavolo su Bologna, con i tre livelli istituzionali: Stato, regione e Comune. In questo tavolo il Ministro Toninelli dovrebbe chiedere di avere al primo posto le opere in attesa di partire che riguardano la sostenibilità. Ricordando che Autostrade da tempo aveva accantonato 1200 milioni per il nodo bolognese: il tema non è quello di fare risparmiare la Società, ma di usare queste risorse per la mobilità di Bologna a 360 gradi utilizzandole anche e soprattutto per il trasporto pubblico. Una richiesta fatta al Comune di Bologna già da oltre 2 anni”.
Se il presidente di questa regione intende essere ricordato come quello che ha fatto la battaglia per le autostrade, faccia pure. Legambiente auspica che il tessuto sociale ed imprenditoriale della regione non si lasci coinvolgere in questa folle crociata, ma anzi alzi la voce chiedendo la cantierizzazione delle vere opere utili alla mobilità collettiva: il completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna, il finanziamento delle linee di TRAM e l’implementazione della rete ferroviaria per il trasporto di merce e passeggeri. Solo così si potrà rispondere al problema dell’inquinamento dell’aria nel bacino padano, e dare un forte segnale della direzione che si vuole intraprendere per il contenimento del riscaldamento globale, vera emergenza sociale degli anni a venire.
La lettera integrale inviata da Legambiente è scaricabile a QUESTO LINK
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