Il progetto APE TOE, una visione sul futuro degli appennini

Migliorare la conservazione della natura dell’Appennino Tosco-Emiliano a partire dal ripristino delle attività tradizionali.

Ci sono vite apparentemente ordinarie, scandite da un ritmo quotidiano di fatiche e soddisfazioni, delusioni e nuovi entusiasmi, come tante. Vite sconosciute eppure speciali perché capaci di mantenere quella connessione preziosa con la natura, la cultura e le tradizioni di luoghi straordinari, marginali rispetto alle rotte delle politiche di sviluppo, sempre più fragili a causa dello spopolamento e l’abbandono.   

Realtà piccole e prodigiose che Legambiente ha incontrato sviluppando, insieme ad altri partener istituzionali, il progetto APE TOE – Ripristino Praterie e Foreste dell’Appennino Tosco-Emiliano: una grande sfida scientifica e culturale, il cui prodotto finale, il Piano di conservazione dell’appennino settentrionale, presentato nel corso all’ultimo Forum degli Appennini, basa il suo obiettivo di migliorare la conservazione della natura dell’Appennino tosco- emiliano proprio sul recupero delle attività tradizionali.

In sostanza il progetto riconosce le attività che si facevano in Appennino –  dai pascoli con i pastori alla selvicoltura tradizionale,  alla cura dei castagneti – come un fattore di conservazione e di moltiplicazione della biodiversità. Cercato di individuare e quantificare i servizi ecosistemici che le popolazioni di montagna offrono con queste attività,  per sostenerle,  e invertire la tendenza molto marcata allo spopolamento e all’abbandono.  

Vite di montagna

Giancarlo Boschetti, pastore per passione 

Pastore da tre generazioni nella Lunigiana, Giancarlo Boschetti alleva la pecora massese, razza autoctona della valle del Forno, alle pendici delle Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara.  Fin da bambino era questo il mestiere che voleva fare. Ci mette passione e dedizione, 365 giorni l’anno, dalla mattina alla sera, insieme a suoi cani, due Border Collie sempre al suo fianco.  La mattina munge le sue pecore, da il fieno, caglia il latte. Colazione e poi via, se il tempo lo permette raggiunge il pascolo. Rientra alle 16 d’inverno, le 20 in estate.  Poi ogni anno la transumanza in provincia di Parma. Ha una roulotte sul Monte Navert dove dorme  e un box in lamiera dove fa il formaggio, non ha corrente ma un pannello solare. Produce pecorino a latte crudo e ricotta. Prodotti speciali che sanno di erbe di montagna e aria pulita. Ogni pecora del suo gregge indossa un campanaccio e insieme formano una sinfonia. Giancarlo li sceglie con cura, sono la sua passione e sono importanti per non far avvicinare i lupi. Ma una volta uno di loro ha attaccato una delle sue pecore. “Bisogna conoscere le pecore per fare il pastore, il nostro è un mondo a parte – afferma Giancarlo –  i giovani che continueranno questo lavoro sono pochi, quando ero ragazzo in paese ce ne erano quattro, ora sono rimasto solo io.”

Barbara Maffei, imprenditrice agricola nei monti della Lunigiana

Barbara Maffei ingegnera e imprenditrice agricola, ha scelto di rinunciare al  “posto fisso” in un’azienda di Milano per tornare alle sue origini sui monti della Lunigiana. Qui la famiglia Maffei ha restaurato l’antico borgo di Apella, creando l’Agriturismo Albergo Diffuso “Montagna Verde”. “L’idea di recuperare il borgo per ridare nuova vita a un paese che si stava spopolando – racconta Barbara – parte da mio padre 35 anni fa. Al tempo aveva 45 anni e iniziò a recuperare prima la Torre di Apella e poi le case del borgo. Quando siamo entrati in gioco io e mio fratello il progetto ha accelerato: abbiamo recuperato i luoghi di produzione, il mulino, il laboratorio del miele, i locali di confezionamento dei nostri prodotti e potenziato l’azienda agricola. Oggi Apella può essere considerato un albergo diffuso dove, accanto all’ospitalità, ci sono anche le case private delle persone che tornano al paese, ripopolando il borgo. Il sogno di mio padre oggi sta camminando”.  La famiglia Maffei ha anche rigenerato un castagneto, dove i preziosi frutti vengono raccolti per essere poi trasformati in farina certificata BIO e D.O.P.
Nel cuore del paese si trova anche una casa storica, punto di partenza del l’Eco-museo diffuso dell’Alta Valle del Taverone, restaurata dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emilano e dal Comune di Licciana Nardi per essere poi data in gestione all’Agriturismo Montagna Verde. “Si tratta della casa dei Nardi, due eroi del primo Risorgimento – spiega Barbara – ora è un luogo della memoria, che contiene anche una parte riservata alle testimonianze della storia del borgo, raccontata tramite fotografie e oggetti. Oggi i discendenti delle persone migrate da Apella decine di anni fa hanno il piacere di visitare questo luogo per rivedere le memorie dei loro antenati”. 

Piano di Conservazione dell’Appennino Settentrionale

Il Piano vuole avviare un ripristino a vasta scala del paesaggio agro-pastorale appenninico in grado di mantenere alti livelli di biodiversità recuperando habitat e processi ecologici, favorendo la resilienza climatica e l’attrattività per un turismo sostenibile e il benessere delle comunità in un territorio che contempla 45 habitat di interesse comunitario, 52 specie di interesse comunitario, 56 specie vegetali endemiche (di cui 19 esclusive delle Alpi Apuane) e 18 specie animali; sono 29 le zone Natura 2000 tra il Parco Nazionale dell’Appennino tosco- emiliano, i Parchi regionali delle Alpi Apuane e delle Valli del Cedra e del Parma, la riserva MAB UNESCO appennino Tosco Emiliano.  

Le azioni puntuali previste dal Piano riguardano in primis la consapevolezza dei cittadini e dei portatori di interesse sul valore del paesaggio e della biodiversità e sull’importanza della gestione sostenibile e responsabile delle foreste, delle praterie e dei pascoli. Da questo obiettivo si diramano le azioni successive mirate al sostegno e all’ottimizzazione delle esperienze imprenditoriali ed economiche, piccole realtà che svolgono un importante ruolo pioneristico, assicurando servizi ‘ecosistemici’ indiretti, con ricadute positive per la conservazione del paesaggio degli equilibri ecologici, di presidio del territorio, di manutenzione e prevenzione del rischio idrogeologico, di miglioramento della resilienza alle pressioni indotte dai cambiamenti climatici.  

APE TOE è un progetto prototipo ambizioso che punta a diventare un riferimento per altre aree dell’arcata appenninica.