Eni, il greenwashing suona male!

Anche quest’anno Eni sarà presente al Festival di Sanremo con la sua campagna Plenitude e Enilive: ma il greenwashing suona male!   

Quella di Eni altro non è che un’operazione di inganno nei confronti dei consumatori, visto che l’azienda energetica a prevalente capitale pubblico continua invece a puntare su gas e petrolio, combustibili fossili che stanno distruggendo il pianeta. 

La crisi climatica non si combatte con operazioni di facciata come quella che Eni porta avanti da anni anche sul palco del festival della canzone italiana.  

Eni continua a pensare unicamente ai propri profitti, in buona compagnia con altre aziende del fossile che tengono in ostaggio gli Stati di tutto il mondo, come dimostra il recente aumento della produzione di petrolio e gas della fase 2 del progetto Baleine in Costa d’Avorio, paese in cui tra l’altro a novembre ha acquistato 4 nuovi blocchi esplorativi.  

Mentre in tutto il mondo si parla di obiettivi di decarbonizzazione, di come sviluppare urgenti azioni di adattamento e mitigazione al surriscaldamento globale, Eni invece continua con le sue attività basate sulle fonti fossili in tantissimi Paesi sparsi per il mondo: dal Golfo del Messico al Venezuela all’Oceano Indiano tra Indonesia e Australia; nel mar Caspio kazako e nel mare di Barents, al largo della Norvegia. In Ghana, Angola, nella Repubblica del Congo e in Mozambico. Ma lo fa anche nel Mediterraneo, con perforazioni e nuovi progetti che interessano in Italia l’Adriatico e lo Jonio, dalla Basilicata alla Sicilia, o nei Paesi del Nord Africa e Medio Oriente, come Egitto, Libia, Cipro.  

Dove ci sono attività estrattive di fossili c’è Eni: nel sottosuolo di Algeria, Tunisia, Oman, Iraq. Del Turkmenistan, ma anche del Regno Unito.  

Certamente il più grande gruppo industriale italiano e la sua storia, sin dagli anni Cinquanta, ha visto un profondo intreccio con le politiche economiche e di sviluppo interne al Paese e gli affari esteri. Perché́ dal dopoguerra ad oggi petrolio e gas sono stati uno dei motori della crescita economica, ed ENI ha avuto un ruolo centrale nel garantire gli approvvigionamenti con estrazione, raffinazione e distribuzione, assumendo un peso rilevantissimo nella politica estera italiana proprio per queste ragioni.  

Ma nel 2025, dopo che il mondo ha deciso di prendere la strada opposta della decarbonizzazione dell’economia con l’Accordo di Parigi sul Clima, e l’avviso dell’Agenzia Internazionale dell’Energia che per raggiungere zero emissioni nette al 2050 non servono nuovi progetti di esplorazione ed estrazione di petrolio e gas con lunghi tempi di consegna, ENI sta davvero andando nella direzione giusta? 

Noi crediamo proprio di NO! 

Non a caso Eni, nel 2023, ha scoperto nuove risorse fossili pari a 900 milioni di barili di petrolio equivalente (circa un quinto in più rispetto al 2022). Nel quadriennio 2024-2027 la società prevede di allocare soltanto “oltre il 30% della spesa ad attività “low e zero carbon”, categoria che include anche progetti relativi alla carbon capture e di cui meno del 40% è destinato alla generazione elettrica da fonti rinnovabili.

Pensiamo che questa strada sia sbagliata e chiediamo al Governo italiano di essere coerente con gli impegni sottoscritti a livello internazionale. Di sicuro continuare con una Eni nemica del Pianeta è uno scenario inaccettabile e ci batteremo insieme ad associazioni, movimenti e cittadini per impedirlo. 

Per contrastare la crisi climatica occorre prima di tutto avviare il phasing-out delle fossili, su cui l’Italia è in grave ritardo, e accelerare il passo della transizione ecologica mettendo al centro le rinnovabili e puntando su efficienza energetica, accumuli e reti. L’Italia ha, infatti, tutte le carte in regola per diventare l’hub europeo delle rinnovabili e un esempio per gli altri Paesi. Per farlo serve volontà politica e interventi concreti, a partire dalla fine dei sostegni economici, tramite sussidi diretti o indiretti, a chi sta distruggendo il pianeta! 



Katiuscia Eroe

Katiuscia Eroe

Responsabile Energia Legambiente

Responsabile energia di Legambiente e membro della segreteria nazionale dell'associazione dal 2011. Incontra Legambiente nel 2003grazie al Servizio Civile Volontario. Esperta sui diversi temi energetici, fonti rinnovabili, fossili, efficienza e risparmio. Per l’associazione segue anche il tema legato l’elettromagnetismo.


VIEW ALL POSTS