L’acciaio oltre il carbone

I nuovi orizzonti a tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro: le tecnologie per decarbonizzare il processo produttivo dell’acciaio esistono ed è ora di adottarle.  A partire dallo stabilimento siderurgico Ex Ilva di Taranto.

L’evidenza della gravità del progressivo surriscaldamento del pianeta e delle conseguenze disastrose indotte dai cambiamenti climatici provocati dall’accumulo di anidride carbonica in atmosfera rende sempre più urgente l’adozione di azioni capaci di abbattere le emissioni di CO2 anche nei settori cosiddetti hard to abate come la siderurgia.

Anche in Italia occorre imboccare con decisione la strada della decarbonizzazione, già intrapresa nel resto d’Europa, avviando un processo che abbia come punto di partenza l’eliminazione dell’uso del carbone nei processi produttivi.
La transizione all’acciaio pulito può essere governata passando ai forni elettrici, alimentati da energia prodotta da fonti rinnovabili, e costruendo impianti che, utilizzando il metano quale agente riducente, già oggi abbattono sia le emissioni inquinanti che, sia pure in modo insufficiente, quelle climaltetanti. Impianti h2 ready, pronti cioè alla rivoluzione dell’idrogeno, all’avvento di una tecnologia pulita, capace di rendere davvero green la produzione di acciaio, arrivando ad abbattere le emissioni complessive del 95% rispetto ai metodi tradizionali.

Una rivoluzione che non è un sogno, ma una prossima realtà: in Svezia HYBRIT prevede di produrre nel 2026, utilizzando idrogeno, 1,3 milioni di tonnellate di DRI, il semilavorato che dà vita all’acciaio dopo il passaggio nei forni elettrici, e di arrivare a 2,7 milioni nel 2030, mentre H2 Green Steel punta a produrre 5 milioni di tonnellate di acciaio pulito. In Finlandia, la Blastr Green Steel vuole investire 4 miliardi di euro con l’obiettivo di produrre 2,5 milioni di tonnellate di acciaio low carbon dal 2026 utilizzando idrogeno verde.

In Italia il principale banco di prova è quello dello stabilimento siderurgico di Taranto, capitale italiano dell’acciaio, da anni assurta agli onori della cronaca per le intollerabili ricadute su salute e ambiente provocate dalla sua produzione. Ma dell’avvio della decarbonizzazione non c’è traccia mentre si progetta, invece, di ricostruire AFO5, un altoforno tradizionale dalla capacità produttiva di circa 4 milioni di tonnellate annue: un investimento che andrebbe in direzione opposta a quella necessaria.

Né c’è traccia di un piano industriale che metta nero su bianco tempi ed investimenti per la costruzione dei forni elettrici e degli impianti per il DRI o dell’avvio di una sperimentazione sull’uso di idrogeno. Addirittura non è stata mai presentata una valutazione preventiva dell’impatto sanitario che stabilisca  se e quanto è possibile produrre utilizzando gli attuali impianti a carbone, senza che ciò comporti rischi per la salute dei cittadini e dei lavoratori.  Premessa obbligata per garantire che nessuna vita in futuro sia più sacrificata sull’altare delle esigenze produttive.

Eppure le tecnologie per decarbonizzare la siderurgia esistono ed è ora di adottarle. La Comunità Europea ha già messo a disposizione di Taranto, con il Just Transition Fund 800 milioni di euro proprio per attutire i contraccolpi derivanti dalle inevitabili trasformazioni che la città dovrà affrontare nel prossimo futuro.

Di tutto questo, degli effetti della decarbonizzazione nella siderurgia su ambiente, salute e lavoro, parleremo venerdì 17 novembre nel convegno internazionale “L’Acciaio oltre il Carbone – Nuovi orizzonti a tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro” che si svolgerà proprio a Taranto, nell’Aula magna dell’IISS Pacinotti dalle ore 9 alle 19 e che vedrà la partecipazione, accanto a Legambiente, di docenti universitari, esperti, rappresentanti di imprese del settore italiane ed europee, del sindacato e delle istituzioni.

L’ACCIAIO OLTRE IL CARBONE
Nuovi orizzonti a tutela della salute, dell’ambiente, del lavoro

Venerdì 17 novembre 2023 / ore 9.00
Taranto / Aula magna – IISS Pacinotti

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI
taranto.legambiente@gmail.com

DIRETTA YOUTUBE
L’evento sarà trasmesso in diretta su @LegambienteOnlus / @lanuovaecologiatv

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Il progetto è finanziato dall’ European Climate Foundation.



Lunetta Franco

Lunetta Franco

Lunetta Franco vive e lavora a Taranto dalla metà degli anni Novanta. Attualmente insegna musica nell'istituto Comprensivo Galilei al quartiere Tamburi. Dal 2006 è presidente del circolo Legambiente di Taranto con il quale ha seguito la vicenda Ilva in tutti questi anni.


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