Dopo tre anni torna ad essere inquinato il prelievo alla foce del Fiume Adige presso Rosolina Mare. I dati del dossier Mare monstrum: in Veneto aumentano i reati: ben 6,4 per ogni chilometro di costa.
Legambiente: “Situazione nel complesso positiva, ma ci sono ancora problemi non risolti sul fronte della depurazione visto che non è la prima volta che la foce del fiume Adige risulta inquinata.”
Dopo tre anni torna inquinata la foce del fiume Adige presso Rosolina Mare. Un punto che dopo forti criticità, perdurate fino al 2015, era rientrato nei parametri di legge e che invece quest’anno risulta l’unico degli undici campionamenti realizzati da Goletta Verde lungo le coste Venete in cui gli inquinanti analizzati, marker specifici di problemi legati ad una cattiva o assente depurazione, hanno superato il limite previsto dalla normativa. Un monitoraggio che, dopo le intense piogge del mese di maggio che hanno causato numerose criticità depurative lungo tutta la costa, ha risentito dell’improvviso cambio di temperature e delle condizioni meteorologiche avvenuto ad inizio giugno con l’arrivo dei tecnici di Legambiente.
Con il nostro monitoraggio infatti, è bene ribadirlo, non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità, sostituendoci alle autorità competenti in materia di controlli e di balneazione ma, con ‘fotografie’ istantanee, portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano la qualità e la salute dei nostri mari, affinché se ne individuino e risolvano le cause.
È questo il bilancio del monitoraggio svolto lungo le coste Venete dall’equipe tecnica di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane che in Veneto ha effettuato la sua seconda e terza tappa, prima a Caorle e poi a Chioggia. Un viaggio realizzato anche grazie al sostegno sostegno dei partner principali CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont; dei partner sostenitori Assovetro – Endless Ocean, Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio e con il contributo di Pramerica SGR (Pramerica Sicav Social 4 Future). Media partner del tour è La Nuova Ecologia.
Alla presentazione del monitoraggio di Goletta Verde hanno preso parte Mattia Lolli, portavoce Goletta Verde; Alessandro Ferro, Sindaco di Chioggia e referente Tavolo Ambiente G20’s; Pasqualino Codognotto, Sindaco di S.Michele al Tagliamento e Presidente Sindaci della Costa; Paolo Parati, Arpa Veneto – Responsabile del Centro Veneto Acque Marine e Lagunari; Nicola Dell’Acqua, Regione Veneto – Direttore Area Tutela e Sviluppo del Territorio; Luigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto.
Goletta Verde nel suo viaggio pone da sempre l’attenzione al brutale assalto che continuano a subire il mare e le coste italiane. Reati che non risparmiamo il Veneto, come dimostra la fotografia scattata come ogni anno dal dossier Mare Monstrum 2019 di Legambiente, basato sul lavoro delle Forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto. Il Veneto scala la triste classifica dei reati legati al mare piazzandosi al quarto posto per reati commessi ogni Km di costa. In tutto ben 1022 infrazioni accertate dalle forze dell’ordine nel 2018 per i reati legati al “mare illegale”, con 1068 persone arrestate o denunciate e 312 sequestri: in pratica 6,4 infrazioni ogni chilometro di costa.
In testa alla classifica spiccano i reati commessi per il ciclo del cemento con 525 infrazioni accertate nel 2018 con 575 persone denunciate o arrestate e 87 sequestri effettuati. A seguire quelli legati al mare inquinato (da intendere in particolare per scarichi inquinanti e mala depurazione): 238 quelli accertati lo scorso anno con 269 denunce e 89 sequestri.
C’è poi il saccheggio della risorsa ittica dove si contano 130 reati; 95 denunce e 37 sequestri per un totale di 29.432 kg di prodotti ittici (la quasi totalità pesce, caviale, salmone, tonno rosso, datteri).
Ultimo, ma non meno importante per la salvaguardia dell’ecosistema marino, è il contrasto alle pratiche illecite nella navigazione da diporto sanzionate in particolare dalla Guardia di finanza e dalle Capitanerie di porto. In Veneto sono stati censiti 129 reati con 129 persone denunciate e 99 sequestri.
«L’obiettivo del nostro viaggio – spiega Mattia Lolli, portavoce della Goletta Verde – è mantenere alta l’attenzione contro la mala depurazione, le trivellazioni di petrolio, il cemento illegale e il marine litter. Crediamo siano questi i veri nemici del mare da fermare ad ogni costo, purtroppo ci sembra che l’attenzione del Governo sia diretta su tutt’altro. È ora di dire basta ad ogni forma di alibi e intervenire in maniera decisa per porre fine a queste emergenze che causano danni all’economia, al turismo e soprattutto all’ambiente a partire dalla gestione delle acque reflue e dall’adeguamento del nostro sistema depurativo. Non va dimenticato che sono già quattro le procedure di infrazione comminate all’Italia dall’Ue con un nuovo deferimento alla Corte di Giustizia arrivato pochi mesi fa. Soldi che avremmo potuto spendere per progetti innovativi a tutela del mare”.
«Anche se in presenza di una situazione tutto sommata positiva – – sottolinea Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – alcuni problemi non sono ancora risolti visto che ci sono criticità che perdurano e vanno approfondite come quella della Foce del Fiume Adige che non è la prima volta che risulta inquinato e per cui richiamiamo alle loro responsabilità anche gli amministratori locali. Per quanto riguarda i reati in mare – continua Lazzaro – i numeri dimostrano che in Veneto c’è un problema sul fronte della legalità che va tenuto d’occhio in particolare sull’ abusivismo costiero”.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
Il monitoraggio di Legambiente (i prelievi sono stati eseguiti dalla squadra di tecnici il 10 giugno scorso) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. I risultati hanno risentito delle diverse condizioni meteo tra il mese di giugno, dove l’intensa piovosità delle settimane precedenti ha causato maggiori portate di fossi, canali e fiumi in mare, e le scarse precipitazioni nei mesi successivi con conseguente minor apporto dei corsi d’acqua.
Questi gli altri punti monitorati, le cui acque sono state giudicate con inquinanti “entro i limiti di legge”: nel comune di Caorle (presso la Foce Canale dei Lovi, la Bocca di Porto Falconera e Spiaggia presso piazza Marco Polo ); nel Comune di Eraclea (Spiaggia presso Laguna del Mort); nel Comune di Jesolo (Foce del fiume Piave); nel Comune di Cavallino Treporti (Foce del fiume Sile e Spiaggia presso Punta Sabbioni); nel Comune di Chioggia (Foce del fiume Brenta); nel Comune di Porto Tolle (Foce del Po di Maistra e Foce del Po delle Tolle )
Ci sono da riscontrare, inoltre, ancora criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, i dati delle ultime analisi, ecc.
Solo in un caso (sulla spiaggia presso Punta Sabbioni a Cavallino) i tecnici di Goletta Verde hanno segnalato la presenza di questo cartello in cui comunque mancavano dati sulla qualità dell’acqua. Non va meglio nei punti non campionati dalle autorità competenti in cui in nessun caso era presente il cartello di divieto di balneazione come previsto dalla legge.
Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche il corretto smaltimento degli oli esausti. Ecco perché anche quest’anno il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Da oltre 35 anni il Consorzio è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale Anche per l’edizione 2019 il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di main partner, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Da oltre 35 anni il Consorzio è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. Nel 2018, in Veneto, il Consorzio ha proceduto alla raccolta di 31.619 tonnellate di olio minerale usato. oL’olio – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Altresì, se gestito e rigenerato secondo la prassi corretta, diviene una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti; un esempio corretto di economia circolare. Negli anni di attività il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo. “La nostra è una missione precisa: salvaguardare l’ambiente da un inquinante pericoloso, ottimizzandone la gestione e i costi relativi in una ottica di massimo riutilizzo” – ha spiegato il presidente del CONOU, Paolo Tomasi. “Il nostro operato in difesa dell’ambiente, del mare e dei laghi in particolare, oltre ad evitare una potenziale dispersione di un rifiuto pericoloso, lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”.