Legambiente scrive ai senatori: basta sussidi all’olio di palma nei biocarburanti e biocombustibili

Il 1 ottobre scadono i termini per la presentazione degli emendamenti alla Legge di delegazione europea che definisce le energie rinnovabili utilizzabili nei prossimi dieci anni: abbiamo chiesto che olio di palma e di soia (e derivati) non possano essere più considerati rinnovabili e incentivati come oggi. La proposta di legge e relativi emendamento andranno al voto all’aula del Senato nel corso della prima settimana di ottobre. Ecco il testo della lettera inviata ai senatori italiani da Legambiente.

 

Gentile Senatrice, Gentile Senatore,

talvolta si commettono errori, anche con le migliori intenzioni. È il caso delle norme sui biocarburanti e biocombustibili europee e italiane oggi vigenti e che ora si stanno aggiornando. Nei prossimi giorni giungerà al voto in plenaria al Senato la Legge delegazione Europea 2019 (ecco il testo più recente) dopo l’esame della Commissione Affari Europei del Senato.

Purtroppo nel testo licenziato dalla Commissione è prevista (“emendamento 5.96 (testo 3)”) la graduale esclusione, tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2030, dell’olio di palma dal novero delle fonti rinnovabili. Dovete sapere che si tratta del termine massimo consentito dalla nuova direttiva comunitaria. Mentre è possibile che i paesi membri possano anticipare l’eliminazione dell’uso dell’olio di palma nei biocarburanti dal 1° gennaio 2020, come ha già fatto la Francia.

Gli italiani pensano sia meglio anticipare l’esclusione degli oli alimentari, in particolare dell’olio di palma e di soia dai biocarburanti e dai biocombustibili. Un sondaggio europeo commissionato da un network di associazioni di cui facciamo parte (Yougov, 2-4 settembre 2020, vedi comunicato stampa allegato) ci informa che il 58% degli italiani ne chiede l’eliminazione prima del 2030 (34% dal 1° gennaio 2021, 24% prima del 2030), mentre solo il 7% chiede di usarlo per sempre (22% non so). Oltre 60 mila cittadini hanno firmato la nostra petizione per la messa al bando dell’olio di palma e di soia dal 1° gennaio 2021, vedi www.change.org/unpienodipalle.

L’Eni, principale importatore nazionale di olio di palma, ha solennemente annunciato alla propria Assemblea sociale a maggio che abbandonerà l’olio di palma entro il 2023. Perché allora l’Italia dovrebbe proseguire ad importarlo e bruciarlo sino al 2030? Il continuo incremento dei consumi mondiali di olio di palma a fini energetici è attualmente la principale causa di deforestazione nel mondo e di altri danni irreversibili alla biodiversità e di veri e propri crimini contro l’umanità (sterminio popolazioni indigene, fame, violazione diritti civili e del lavoro), come rappresentiamo nel dossier scaricabile dal nostro sito.

In allegato vi suggeriamo 2 possibili emendamenti alternativi per quando giungerà in aula per l’approvazione della Legge di Delegazione Europea 2019: il primo per l’abolizione dal 1° gennaio 2021 e il secondo per la riduzione graduale entro il 2023. Gli emendamenti andranno mandati presto, il voto in aula è previsto tra il 5 e l’8 ottobre. Teneteci informati su tutte le buone azioni istituzionali che vogliate compiere, ve ne saremo grati e le faremo conoscere. Grazie per  l’attenzione

Il presidente Legambiente onlus
Stefano Ciafani

 


Proposte emendamento:

 Proposta per escludere riconoscimento come rinnovabili all’olio di palma e di soia e loro derivati: in sostituzione emendamento 5.96 (testo 3) la dizione seguente:

  1. dd) Sono esclusi dal 1 gennaio 2021 dagli obblighi di miscelazione al combustibile diesel e dalla produzione elettrica rinnovabile, così come dal relativo conteggio delle fonti rinnovabili e dai sussidi di mercato (CIC, ex CV o TO), le seguenti materie prime in ragione delle evidenze sugli impatti causati in termini di deforestazione:
  2. olio di palma, fasci di frutti di olio di palma vuoti, acidi grassi derivanti dal trattamento dei frutti di palma da olio (PFAD),
  3. olio di soia e acidi grassi derivanti dal trattamento della soia di importazione.

Proposta alternativa alla precedente, che preveda esclusione graduale in 3 anni (2023) del riconoscimento come rinnovabili all’olio di palma e di soia e loro derivati: in sostituzione emendamento 5.96 (testo 3) la dizione seguente:

  1. dd) Sono esclusi dal 1° gennaio 2023 dagli obblighi di miscelazione al combustibile diesel e dalla produzione elettrica rinnovabile, così come dal relativo conteggio delle fonti rinnovabili e dai sussidi di mercato (CIC, ex CV o TO), le seguenti materie prime in ragione delle evidenze sugli impatti causati in termini di deforestazione:
  2. olio di palma, fasci di frutti di olio di palma vuoti, acidi grassi derivanti dal trattamento dei frutti di palma da olio (PFAD),
  3. olio di soia e acidi grassi derivanti dal trattamento della soia di di importazione.

A partire dal 2021, ogni utilizzatore di olio di palma o di soia, deve ridurre i propri consumi rispetto all’anno precedente del 30%, sino alla totale eliminazione entro il 31 dicembre 2023.


 

 Basta con i sussidi a chi distrugge le foreste. Firma per cambiare la legge.