Accordo UE sulla nuova direttiva per la qualità dell’aria

Legambiente: “Buona notizia per un Paese come l’Italia che conta 47mila decessi prematuri all’anno per PM2.5 su un totale europeo di 253.000 morti. Ora il Governo italiano agisca speditamente per il contrasto dell’emergenza smog tutelando la salute dei cittadini e delle cittadine, evitando deroghe o clausole che possano giustificare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi europei” .

“Buona notizia quella del raggiungimento, nelle scorse ore, dell’accordo provvisorio dalla presidenza del Consiglio e dai rappresentanti del Parlamento europeo sulla proposta volta a fissare standard rafforzati di qualità dell’aria a livello europeo per il 2030 – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Una proposta tesa a raggiungere l’obiettivo di inquinamento zero, contribuendo così a un ambiente privo di sostanze tossiche nell’UE entro il 2050, e ad allineare gli standard di qualità dell’aria dell’UE alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Un’emergenza cronica per l’Italia che, secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) è tra i primi paesi in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 47mila decessi prematuri all’anno dovute al PM2.5 su un totale di 253.000 morti nei 27 Paesi membri.  E che fotografa il nostro report “Mal Aria di città 2024” redatto nell’ambito della Clean Cities Campaign: nel 2023, solo il 31% dei capoluoghi di provincia italiani è in linea con i nuovi limiti normativi previsti per il PM10 appena approvati dall’UE e che entreranno in vigore nel 2030, percentuale che scende addirittura al 16% per quanto riguarda il PM2.5. Al Governo ed alle regioni italiane – continua Ciafani – chiediamo di lavorare per colmare i ritardi e la fase di stallo in cui ci troviamo da troppi anni e un impegno deciso, non più rimandabile, per tutelare la salute delle persone, evitando deroghe e clausole che possano giustificare ritardi nel raggiungimento degli obiettivi. Per una riduzione delle concentrazioni di smog servono misure strutturali ed integrate: un ripensamento della mobilità urbana, implementando zone a basse e zero emissioni e ridisegnando lo spazio pubblico urbano con Città a 30 km/h e strade scolastiche; un investimento massiccio nel trasporto pubblico locale, nell’aumento delle ciclabili e nell’elettrificazione di tutti i veicoli. Un ripensamento del riscaldamento domestico, dell’industria, dell’agricoltura e la zootecnia.”   

“L’accordo provvisorio raggiunto dalle istituzioni UE – aggiunge Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente – riguarda una serie di sostanze inquinanti, tra cui particelle fini (PM2,5 e PM10), biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), benzo(a)pirene, arsenico, piombo e nichel, tra gli altri, e stabilisce standard specifici per ciascuno di essi. Ad esempio, i valori limite annuali per gli inquinanti con il maggiore impatto documentato sulla salute umana, PM2,5 e NO2, verranno ridotti rispettivamente da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³. Unica nota stonata la possibilità di richiedere da parte degli Stati membri, entro il 31 gennaio 2029 e per ragioni specifiche e a rigorose condizioni, un rinvio del termine per il raggiungimento dei valori limite di qualità dell’aria. Speriamo che il nostro Paese non punti da subito solo sulle deroghe, ma agisca speditamente per uscire dalla cronica emergenza smog che caratterizza ampie porzioni del nostro territorio, a danno dei cittadini e delle cittadine che continueranno a respirare aria inquinata”.