Recovery Plan, stop ai finanziamenti alle caldaie fossili se la normativa non cambia

Kyoto Club e Legambiente: serve seguire l’esempio di Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi e vietare l’installazione di impianti inquinanti entro il 2025

È necessario operare una distinzione tra sistemi di riscaldamento fossili e impianti “green” per regolare l’accesso al superbonus del 110%. Se la normativa non cambia, bisognerà escludere subito le caldaie a gas dalla proroga degli incentivi prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Questo è quello che chiedono Legambiente e Kyoto Club, che hanno lanciato la campagna di sensibilizzazione “Per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento negli edifici”.

Sul mercato esistono già diverse alternative “green” e competitive dal punto di vista economico, come le pompe di calore – sostengono Edoardo Zanchini (Vicepresidente di Legambiente) e Sergio Andreis (Direttore di Kyoto Club). Quella del Superbonus è una strada certamente corretta, ma migliorabile. Gli oltre 20 miliardi destinati al provvedimento sono sovrastimati e sottraggono risorse fondamentali ad altre iniziative che vanno nella direzione della decarbonizzazione. Una parte degli incentivi potrebbero essere risparmiati limitandone l’erogazione a sistemi di riscaldamento che impiegano fonti energetiche rinnovabili”.

Secondo un recente studio pubblicato dal Cresme (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato nell’Edilizia), il riscaldamento domestico è una delle principali cause di inquinamento urbano in Italia, ed è responsabile di oltre il 19% delle emissioni prodotte dal nostro Paese e il 60% di polveri sottili nelle aree urbane. In Italia sono installate più di 19 milioni di caldaie a gas e si stima che più di 7 milioni di esse siano antecedenti alla Direttiva 90/396 / CE sulle prestazioni degli apparecchi a gas, con il rischio di essere sostituite da altri impianti a gas, che sarebbero più efficienti, ma di non affrontare il problema dell’inquinamento locale e globale che producono.

Se vogliamo centrare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% in dieci anni, è necessario agire subito e puntare alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano anche attraverso la graduale “rottamazione” dei dispositivi di riscaldamento a metano, gpl e gasolio, a partire dai più inefficienti.

Kyoto Club e Legambiente chiedono:

  • L’esclusione dal PNRR dell’estensione del credito d’imposta del 110% per i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili.
  • La revisione della legislazione sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica sulle caldaie per garantire che nei piani di recupero italiani non siano inclusi regimi di sovvenzione per il riscaldamento a combustibili fossili e che sia incluso il riscaldamento da fonti rinnovabili.
  • Vietare l’installazione di impianti fossili nei nuovi edifici.
  • Eliminare gradualmente le caldaie per il riscaldamento a combustibili fossili attraverso il regolamento sulla progettazione ecocompatibile e una revisione dell’etichetta energetica.
  • Puntare sulla smartizzazione e sulla digitalizzazione per migliorare la prestazione degli impianti.
  • Vietare, dal primo gennaio 2025, l’installazione di impianti fossili e prevedere l’obbligo di installare esclusivamente impianti da fonti rinnovabili o che non producono emissioni inquinanti e climalteranti.

In alcuni paesi europei – Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito – è già stata stabilita la data entro la quale sarà vietato installare sistemi di riscaldamento da combustibili fossili. Ci auguriamo che la stessa scelta venga fatta anche in Italia.