Il nuovo Centro di Recupero Tartarughe Marine di Legambiente

Inaugurato a Manfredonia il nuovo hub di Legambiente dedicato al recupero e alla cura delle tartarughe marine. Il primo passo verso la realizzazione del progetto “Casa del Mare” che coinvolgerà scuole e cittadinanza. 

Rilasciata al largo LIFE, una grande tartaruga marina dotata di trasmettitore satellitare.

Legambiente: “Molto orgogliosi di questo nuovo hub tutto per le tartarughe marine che si occuperà del recupero e della cura degli animali, del monitoraggio dei nidi nell’area garganica, della ricerca scientifica e delle attività d’informazione e sensibilizzazione”.

 

Oltre 1600 tartarughe marine curate e rilasciate in natura negli ultimi 10 anni e ora sarà possibile fare ancora di più e meglio. Il nuovo centro per il recupero delle tartarughe marine di Legambiente è stato inaugurato oggi a Manfredonia con una piccola cerimonia durante la conferenza stampa di presentazione che ha visto la partecipazione delle istituzioni locali e regionali, del Centro Velico del Gargano, dell’Autorità Portuale del Mare Adriatico Meridionale e dei numerosi amici delle tartarughe marine tra i quali i pescatori professionisti della marineria di Manfredonia.

Più grande e confortevole, moderno e tecnologicamente avanzato, il nuovo “ospedale” per la cura di questi splendidi animali a 360°, diverrà anche polo didattico per le scuole, la comunità locale e i turisti con tante iniziative per scoprire il mondo delle tartarughe marine e più in generale l’ambiente e gli ecosistemi marini.

La tartaruga Life ha ripreso il largo 

Per festeggiare al meglio l’apertura del centro, la mattinata è proseguita con la liberazione in mare della bellissima tartaruga LIFE, una femmina adulta catturata accidentalmente nei giorni scorsi da una rete a strascico oltre 3 miglia a largo di Ippocampo (Manfredonia), che presentava qualche problema di immersione risolto poi con facilità. LIFE è stata la prima tartaruga a “nuotare” nelle nuove vasche del Centro e pur riprendendo il mare sarà sempre sotto i nostri occhi perché, grazie alla collaborazione del Dipartimento di Biologia dell’università di Pisa, il trasmettitore satellitare di cui è stata dotata ci permetterà di seguire in tempo reale i suoi spostamenti, aiutandoci a conoscere sempre meglio le esigenze e le abitudini di questi straordinari animali marini.

La liberazione di LIFE ha per noi un duplice significato – ha dichiarato Stefano Di Marco, Coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente e Responsabile della Campagna Tartalove – perché il Centro di Manfredonia è nato nel 2006 proprio grazie ad un progetto Life, lo storico Life Tartanet, ed è stato successivamente potenziato grazie al ‘Tartalife’ altro progetto europeo di grande successo. Inoltre, visto che quest’anno si celebra il trentennale di questo importante programma europeo, abbiamo deciso di chiamare la nostra tartaruga LIFE, proprio per testimoniare l’importanza di questo programma che negli anni, grazie al finanziamento di numerosi progetti, ha permesso di migliorare lo stato di conservazione della tartaruga marina Caretta caretta nel Mediterraneo, anche se molto resta da fare per quanto riguarda la protezione dei siti di nidificazione che a causa dei cambiamenti climatici stanno sensibilmente aumentando lungo le nostre coste”.

La presentazione del nuovo centro ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sindaco di Manfredonia Gianni Rotice, del consigliere della Regione Puglia Giandiego Gatta, del C.V. Pierpaolo Pallotti della Direzione marittima Puglia-Basilicata, del tenente colonnello Alfredo Pio Renzulli del Comando regionale carabinieri forestali e del direttore del Servizio prevenzione Asl di Foggia Luigi Urbano.

Il progetto “Casa del Mare”

“Questo nuovo presidio – ha aggiunto il Responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente Antonio Nicolettiè la prima parte del progetto Casa del Mare ideato in collaborazione con il Centro Velico del Gargano ed i pescatori locali, che ci permetterà di essere ancora più efficaci nella tutela delle tartarughe marine e della biodiversità. Negli ultimi 10 anni, grazie soprattutto all’impegno degli operatori del Centro, seppur se con mezzi e strumenti limitati, siamo riusciti a curare e rimettere in libertà oltre 1.600 tartarughe giunte grazie alla collaborazione della marineria locale. Adesso saremo in grado di ospitare più esemplari contemporaneamente e di coinvolgere meglio le persone che vorranno partecipare al nostro obiettivo, dalle scuole ai pescatori, dagli operatori turistici ai bagnanti. E tutto ciò si tradurrà in un ulteriore beneficio per la natura e la biodiversità”.

Oltre al Centro di Manfredonia, che è la struttura che in Italia recupera più tartarughe marine, Legambiente gestisce anche il Marine Turtle Center di Pioppi nel Parco Nazionale del Cilento e i Centri di Recupero di Favignana e Talamone (attualmente chiuso per manutenzione), rispettivamente in collaborazione con l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi e il Parco Naturale della Maremma. Questi Centri sono stati istituiti per rispondere all’esigenza di salvare le quasi 40 mila tartarughe marine che annualmente vengono pescate accidentalmente con diversi attrezzi da pesca: si stima che siano almeno 10 mila quelle che non ce la fanno. Si è inoltre visto che oltre il 50% degli esemplari ricoverati presso i centri di recupero, aveva ingerito rifiuti plastici di ogni tipo: dai frammenti di bottiglie ai sacchetti di plastica che spesso e volentieri vengono scambiati per meduse di cui le tartarughe sono ghiotte.

Questa nuova sede del Centro di Recupero di Tartarughe marine rappresenta il simbolo della grande azione che la nostra associazione svolge da anni in questo ambito – ha dichiarato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia. Il nostro intento ora è quello di aprirlo alla cittadinanza, alle scuole, al mondo della ricerca per avviare dei percorsi di educazione ambientale e alla biodiversità, perché solo attraverso un lavoro di rete e partecipazione è possibile sensibilizzare, formare ed educare i cittadini del futuro”.

Le attività del Centro 

Nel Centro di Manfredonia le tartarughe vengono ricoverate e curate ma l’impegno degli operatori e dei volontari che operano nel centro è ben più vasto. Oltre che nel recupero e nelle cura degli esemplari feriti, il Centro è infatti impegnato insieme ai pescatori professionisti della marineria di Manfredonia (numerosi e preziosi) nella sperimentazione di sistemi per la riduzione delle catture e nel monitoraggio dei nidi: qui si organizzano le squadre dei Tartawatchers, i volontari che monitorano le coste per tutto il periodo estivo, per individuare e proteggere eventuali  nidi di tartaruga Caretta caretta che sono prontamente messi in sicurezza per proteggerli da incursioni di animali selvatici oppure dai danneggiamenti involontari di bagnanti, turisti e addetti ai lavori impegnati nella pulizia delle spiagge. Per questo l’impegno dei volontari comprende anche sensibilizzazione e informazione di bagnanti e gestori balneari. Anche quest’anno Legambiente ha attivato il servizio SOS Tartarughe, un numero unico per raccogliere le segnalazioni di tracce o di piccoli di tartaruga sui litorali italiani. Un invito a cittadini, turisti e bagnanti a mobilitarsi in modo semplice, inviando un messaggio WhatsApp o un SMS al 349 2100989.

Le attività del Centro sono sostenute da alcune “aziende amiche delle tartarughe marine” tra cui Acqua dell’Elba, Frosta e Carpisa che hanno aderito con entusiasmo alla campagna di raccolta fondi Tartalove (www.tartalove.it) cui possono aderire anche singoli cittadini che vogliono contribuire alla causa delle tartarughe marine adottandole simbolicamente.

Il Centro è stato inoltre dotato di attrezzature e strumentazioni all’avanguardia grazie al Progetto MySea finanziato da: POR Puglia 2014/2020 – Asse VI – “Tutela dell’Ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali” -Azione 6.5 – 6.5.a., finalizzato alla creazione di un modello di coordinamento dei centri di recupero delle tartarughe marine della Puglia, con la finalità di raccogliere, gestire e divulgare l’informazione e la conoscenza necessarie alle azioni di conservazione (aspetti del ciclo di vita della specie: nidificazione, aree di crescita e di alimentazione, spiaggiamenti di esemplari vivi e morti, interazioni con attività umane (pesca, turismo, navigazione).