Legambiente: “Quanto accaduto in Trentino è un fatto grave, ma ancora più preoccupante è che in questi anni sulle Alpi è stato fatto ben poco per migliorare la gestione e la convivenza uomo-orso.
E rispetto al piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici che aveva annunciato il MASE, non si hanno più notizie.
Servono subito interventi strutturati e di lungo periodo, a partire dal piano strategico nazionale e dal potenziamento delle campagne di informazione e comunicazione”.
“Quanto accaduto questa mattina in Trentino, con l’aggressione di un orso a un turista, al quale auguriamo una pronta guarigione, è un fatto grave che riapre ancora una volta il tema della gestione e la convivenza uomo-orso. Una questione delicata ma cruciale su cui da anni Legambiente – dichiara Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente – chiede massima attenzione e impegno da parte delle istituzioni, comunità locali e territori attraverso una sinergia costante, insieme alla messa in campo di interventi strutturati. La questione di fondo è che in questi anni soprattutto in Trentino si è portata avanti una politica dai toni esasperati, come quella del presidente della regione autonoma di Trento Maurizio Fugatti, e incentrata su una caccia alle streghe con al centro l’orso, senza affrontare il problema alla base. Questi toni di certo non aiutano. Quello di cui c’è bisogno sono interventi strutturati e concreti di lungo periodo a partire dalla definizione del piano strategico nazionale per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici, annunciato nel 2023 dal MASE ma di ci cui non si è saputo più nulla, e dal potenziamento delle campagne di informazione e comunicazione che rappresentano il primo tassello su cui lavorare per migliorare la gestione dell’orso e la convivenza con questa specie. Il fatto poi che l’aggressione sia avvenuta a poca distanza da un centro abitato rafforza la convinzione che occorra lavorare sul rischio di abituazione all’uomo, tramite anche la rimozione delle fonti di cibo di natura antropica e il controllo dell’accesso alle stesse da parte degli animali”.
“Ad aprile 2023 dopo la morte di un runner aggredito da un orso sempre in Trentino-Alto-Adige – aggiunge Raimondi - il MASE ha accolto la nostra proposta ed è stato istituito un tavolo tecnico di confronto coinvolgendo anche le associazioni ambientaliste, annunciando un piano nazionale per la gestione degli animali selvatici, ma poi non si è saputo più nulla. Per questo chiediamo che si acceleri il passo su questi due fronti insieme ad un impegno costante da parte dei territori che in questi anni è mancato soprattutto in Trentino a partire da una corretta campagna di informazione e comunicazione rivolta a cittadini e turisti. Auspichiamo che nei prossimi giorni vengano chiarite le dinamiche e le cause dell’aggressione ai danni del turista, così che si possano valutare le migliori misure da mettere in campo sulla base delle linee guide del PACOBACE”.