Su un totale di 35 chilometri di costa molisana, da Montenero di Bisaccia a Campomarino, in cui il 48% risulta già trasformato a usi urbani e infrastrutturali, il progetto South Beach sarebbe il colpo di grazia. Dal Molise alla Puglia continua la cementificazione della costa adriatica nell’ottica di un turismo stile anni ‘80. Legambiente dice NO al progetto e denuncia il “copia e incolla” con cui è stata redatta la relazione.
Se non fosse preoccupante sarebbe quasi da prendere con un sorriso la proposta progettuale recapitata al Comune di Montenero di Bisaccia, e sostenuta dalla Regione Molise, relativa all’urbanizzazione e l’edificazione di un’area di circa 160 ettari a ridosso del mare. Perché la lettura del progetto desta in chi ha a cuore l’ambiente una forte preoccupazione per la colata di cemento che potrebbe abbattersi su una delle poche aree ancora salve dall’edificazione a cui la costa adriatica è stata sottoposta negli anni. Come scritto nel progetto “L’area interessata è stata scelta in quanto presenta delle caratteristiche e racchiude delle potenzialità non riscontrabili facilmente in altri siti: ampi spazi a ridosso di zone incontaminate, caratteristiche morfologiche ottimali, totale assenza di insediamenti che potrebbero interferire nello sviluppo potenziale del territorio”; per queste motivazioni ora qualcuno crede sia arrivato il momento di devastare quanto di incontaminato è rimasto in quell’area con un progetto di cui non ci è ben chiaro l’interesse pubblico che potrebbe giustificare una valutazione favorevole. L’unica consolazione per chi ha a cuore una valorizzazione sostenibile del territorio, e lo diciamo con ironia, sarà la presenza di un parco “polmone verde dell’intero complesso”, con un’estensione di 24 ettari, circa il 15% dell’area complessiva, a fronte dei 160 ettari consumati. Che gioia!
Se da un lato ci riteniamo preoccupati, dall’altro possiamo dirci sconcertati e anche abbastanza sorpresi, dall’entusiasmo con cui la Giunta Regionale del Molise, con la delibera n. 67 del 29/03/2021, riconosce di interesse regionale il progetto di valorizzazione turistico-residenziale denominato “South Beach”, di cui non sono chiari i criteri che giustificano tale riconoscimento. Un progetto di tale portata proposto con una relazione di poche decine di pagine senza che ci sia stato un minimo di confronto a livello di Consiglio regionale.
Quello che ci è chiaro è invece che il progetto modificherà i connotati del territorio, andando a peggiorare la situazione della costa molisana che negli anni ha visto ben 17 chilometri modificati in modo irreversibile dal consumo di suolo con una preoccupante accelerazione del fenomeno negli ultimi anni. Il progetto “South Beach” va ad aggiungersi ai 12,7 chilometri occupati da un costruito residenziale, fatto di residence e seconde case, soprattutto tra Montenero e Termoli, in un tratto lungo il quale la ferrovia passa molto vicina alla linea di costa. La conseguenza è che solo 12 chilometri di costa possono considerarsi ancora paesaggi agricoli, mentre i tratti di costa “integri”, con caratteri naturali, sono lunghi solo 6 chilometri. Quanto previsto a Montenero non è diverso da altre colate di cemento che si stanno progettando in Puglia: ben tre villaggi turistici nel comune di Ostuni ed il progetto del resort a Costa Ripagnola. In tutti questi casi stiamo parlando di un approccio anni ‘80, abbondantemente superato sia dall’avvento del turismo crocieristico (che ha messo in ginocchio il mondo dei villaggi turistici), ma anche da una crescita indiscutibile della sensibilità ambientale che non permette più iniziative di questa natura, almeno nel nostro Paese.
Per tali ragioni diciamo NO a questo progetto, che scimmiotta un modello di sviluppo che ha poco a che fare con il Molise e con quanto cerca chi sceglie la regione per trascorrere le proprie vacanze. Anche perché, se il New York Times lo scorso anno ha scelto il Molise quale una delle tre mete da visitare in Italia, non lo ha fatto certamente per la presenza di megastrutture turistiche o per il turismo di massa. Il Molise non ha bisogno di un progetto alieno al suo contesto, realizzato chiaramente senza conoscere il territorio di riferimento in cui si dovrebbe realizzare. Riponiamo grossi dubbi su quanto scritto nella relazione di presentazione del progetto South Beach che riteniamo un “copia e incolla” fatto anche abbastanza male. Lasciando da parte i dati sui presunti livelli di occupazione che stimano porterà l’intervento – non ci è ben chiaro sulla base di quale analisi di scenario –, la cosa che più balza all’occhio è la totale mancanza di uno studio del territorio autentico. Notiamo che buona parte della relazione di presentazione del progetto, compresi titoli e motivazioni varie, è tratta per intero dal portale di Sviluppo Italia Molise. (Vedi https://www.sviluppoitaliamolise.com/vivereinmolise.aspx).
La sorpresa aumenta ricordando l’atteggiamento che hanno avuto sia la Regione Molise che l’Amministrazione Comunale di Montenero, nel contrastare la possibile realizzazione del parco eolico off-shore al largo della costa molisana giustificando tale scelta in nome della tutela dei valori paesaggistici della costa e degli interessi economici e sociali delle popolazioni del basso Molise. Un impianto eolico, solo per ricordarlo, la cui torre più vicina alla costa era posta a ben 6 chilometri, ben più lontana dall’area su cui si vuole realizzare ora un intervento edilizio contenente torri alte almeno 80 mt (25 piani!), un aeroporto, spostare il tracciato della statale 16, zone commerciali ed alberghi. Tutto questo senza tenere in considerazione, come fatto quando si giustificò il diniego all’eolico off-shore, il vincolo paesaggistico apposto sul golfo Termoli – Vasto.
Di ambiente se ne parla poco nel progetto, ma fortunatamente tale tema viene riportato nell’analisi dei punti di forza e delle minacce presenti nel territorio molisano. Ma ad una lettura più approfondita si nota che questa analisi corrisponde in buona parte ad altro territorio, se pur con caratteristiche simili, e si riferisce ad una modalità di fare accoglienza turistica completamente opposta rispetto al progetto South Beach. Mai avremmo pensato che i punti di forza e debolezza di un progetto di tale portata, destinato ad un presunto turismo di lusso, potessero essere simili a quelli relativi ad un turismo con tutt’altre caratteristiche e presupposti quale quello dei Bed & Breakfast. (Vedi https://www.bed-and-breakfast.it/tesi/l-evoluzione-del-bed-and-breakfast-nel-vastese/punti-di-forza-e-debolezza-del-territorio). Lo striminzito documento di presentazione progettuale, inoltre, non tiene minimamente conto degli strumenti di programmazione territoriale di cui pure la Regione dispone, dai Piani paesistici alla Rete Natura 2000, ai Piani di assetto idrogeologico, come di altri importanti interventi che pure la Regione sta portando avanti anche in quell’area volti a tutt’altro tipo di turismo (es. ciclovie).
Ci viene da pensare che la voglia di investire in Molise sia talmente forte da spingere i promotori ad accelerare i tempi non permettendogli di effettuare un’analisi territoriale accurata. Se chi propone il progetto avesse non studiato, ma almeno letto un quotidiano locale, avrebbe evitato di descrivere il Molise come “… territorio … coperto da assistenza sanitaria, pubblica e privata, con centri e personale altamente qualificati“. Se non avessimo vissuto il dramma della pandemia e le relative conseguenze sulla popolazione molisana, e su quella del basso Molise in particolare, potremmo ironizzare sulla cosa, ma abbiamo ancora negli occhi le scene dei mesi scorsi, la zona rossa e lo stato generale in cui versa la sanità molisana, che, vorremmo segnalare agli investitori, è ancora attualmente commissariata.
A proposito di turismo e opportunità per il territorio avremmo avuto piacere che lo stesso sollecito impegno dimostrato dalla Regione Molise per il progetto South Beach fosse stato messo in atto anche per la procedura istitutiva del Parco Nazionale del Matese, altro tema che dovrebbe essere di forte interesse regionale vista anche la disponibilità di risorse (oltre 2 milioni di euro) per l’avvio della procedura di istituzione che però è ferma a causa dei ritardi, vogliamo chiamarli così, che la bloccano, determinati anche da un’incomprensibile inerzia della Regione. Non vogliamo pensare che il tanto declamato interesse per lo sviluppo turistico del Molise dimostrato dal governo regionale si tramuti nella riproposizione di modelli vecchi di crescita che altri territori hanno messo oramai da parte.
Per tali ragioni Legambiente, Legambiente Molise e Legambiente Abruzzo si schierano contro il progetto “South Beach” ritenendolo frutto di una visione antica del modo di fare turismo che si contrappone al trend di sviluppo in atto, sia in Italia che in Europa, di una offerta turistica sempre più attenta alla sostenibilità.