Legambiente sulle dichiarazioni del Ministro Luigi Di Maio: “Il dibattito sulla plastic tax è surreale, ma questa norma sacrosanta deve essere migliorata. La tassa non deve riguardare i manufatti riciclati e va estesa a tutti i prodotti plastici e non solo agli imballaggi”
“Ha ragione il ministro Luigi Di Maio, come già evidenziato ieri dal collega di governo Giuseppe Provenzano e dal vicesegretario Pd Andrea Orlando: quello sulla plastic tax è un dibattito davvero surreale, perché si tratta di una norma per la tutela dell’ambiente e la riconversione dell’industria della plastica. Però se da una parte la plastic tax è sacrosanta, dall’altra parte così come è stata scritta non va ancora bene e deve essere assolutamente migliorata perché contiene due gravi errori. È infatti impensabile riservare lo stesso trattamento fiscale per le plastiche vergini prodotte da un petrolchimico, che vanno più che tartassate, e per quelle ottenute dal riciclo di plastiche da raccolta differenziata. Per queste ultime deve essere garantito lo stesso trattamento di favore riservato giustamente alle plastiche compostabili e ai manufatti riutilizzabili. Inoltre questa tassa al momento colpisce solo gli imballaggi di plastica, pari a 2 milioni di tonnellate all’anno, e non riguarda tutti gli altri prodotti in plastica, che arrivano ad una produzione di circa 4 milioni di tonnellate. Ha senso prevedere un allargamento del bacino di applicazione a tutti i manufatti in plastica e non solo agli imballaggi, anche alla luce dei risultati raggiunti dal sistema nazionale sugli obiettivi percentuali di recupero, addirittura in anticipo rispetto alle scadenze previste dalle direttive europee. Per questo auspichiamo che il Senato, dove domani approderà la manovra, abbia il coraggio di modificare il testo. È vero come sostiene Di Maio che la plastic tax serve a dare una scossa e a invertire la rotta, ma per farlo pienamente è fondamentale migliorare ulteriormente il testo”, così Legambiente attraverso il suo presidente nazionale Stefano Ciafani commenta il post su Facebook del ministro Luigi Di Maio e la querelle sulla plastic tax fortemente criticata da Confindustria e Mineracqua, che hanno definito la norma in questione come l’ennesimo balzello a scapito delle imprese e dei consumatori.
“Nella lotta per ridurre la plastica monouso – aggiunge Ciafani – la stessa Europa ha chiesto a tutti i paesi membri di intervenire in maniera concreta, con bandi e tasse, per fronteggiare la seconda emergenza ambientale globale dopo la crisi climatica: la presenza dei rifiuti plastici nell’ambiente, a partire da quello marino. L’Italia, dunque non perda questa occasione per restare un modello per gli altri paesi, rafforzando il suo primato mondiale sulla normativa contro l’inquinamento da plastica. Il nostro Paese ha infatti già messo al bando i sacchetti di plastica tradizionale per l’asporto merci, i sacchetti ultraleggeri per frutta e verdura, i cotton fioc in plastica e l’uso delle microplastiche nei prodotti cosmetici da risciacquo. Inoltre non dimentichiamo che l’Italia è stato il primo ad inventare il polipropilene (il Moplen di Gino Bramieri in Carosello) negli anni ’60 e le bioplastiche compostabili prodotte da scarti vegetali e rinnovabili negli anni ’90. Per questo auspichiamo che da parte del mondo industriale italiano arrivi un altro scatto di orgoglio e di innovazione che, partendo da una nuova tassazione sulla plastica vergine e contro l’usa e getta, permetta al paese di mantenere quella leadership nel settore che nel passato ci ha visti primeggiare a livello mondiale”.