Dl Agricoltura. Legambiente: “La bozza contiene due gravi pericoli”

Dal generico stop al fotovoltaico sui terreni agricoli allo smantellamento di fatto della più importante forza di polizia ambientale in Europa. 

Legambiente: “La bozza di decreto del ministero dell’Agricoltura contiene due gravi pericoli.  Appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché ne sospenda l’approvazione”  

“Stop al decreto che vieta in modo generico di installare i pannelli solari sui terreni agricoli e che trasferisce il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (Cufaa) dell’Arma dei carabinieri dal ministero dell’Ambiente a quello dell’Agricoltura. Il provvedimento, infatti, non affronta le vere cause dell’incessante consumo di suolo agricolo, causato soprattutto dalle nuove edificazioni, e dà luogo ad una sorta di smantellamento del Cufaa che rischia di pregiudicare seriamente l’attività di contrasto della criminalità ambientale nel nostro Paese. Facciamo appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché sospenda l’approvazione del decreto”. A chiederlo è Legambiente per voce del suo presidente nazionale Stefano Ciafani, denunciando i due gravi pericoli che si nascondono nel testo che oggi approda in Consiglio dei Ministri.  

Per quanto riguarda il divieto di installare i pannelli solari sui terreni agricoli, “Il testo del decreto che sta circolando in questi giorni e che dovrebbe essere approvato oggi in Consiglio dei ministri – spiega Ciafani è una norma senza senso, che non risolve il problema dell’eccessivo consumo di suolo, denunciato dal mondo agricolo e da quello ambientalista. L’articolo in questione della bozza di decreto è pericolosamente onnicomprensivo. È insensato, ad esempio, vietare il fotovoltaico a terra nelle aree classificate come agricole dove non si dovrebbe o non si può coltivare: è il caso della “solar belt”, la cintura solare intorno alle aree industriali, dei terreni all’interno dei siti di interesse nazionale (SIN) e regionale (SIR) da bonificare, di quelli che sono accanto alle autostrade e alle ferrovie, delle aree agricole dove ci sono le cave, solo per fare qualche esempio. La diffusione delle rinnovabili non è in antitesi con l’agricoltura, anzi è di grandissimo interesse anche per il mondo agricolo che, come tutti, paga le bollette impazzite a causa delle speculazioni sul gas ed è tra le prime vittime della crisi climatica. Non mancano le soluzioni avanzate: l’agrivoltaico innovativo, ma anche quello più tradizionale, con i filari di pannelli molto distanziati, garantiscono da tempo la convivenza tra la produzione agroalimentare ed energetica”. 

Legambiente ricorda che in Italia il consumo di suolo è una vera emergenza da affrontare con serietà. “Se il governo Meloni è davvero preoccupato per la perdita di terreni agricoli, come lo siamo noi ambientalisti e lo sono gli agricoltori – aggiunge il presidente di Legambiente Ciafani – per fermarla deve approvare in tempi brevi una norma contro il consumo di suolo, usando anche lo strumento del decreto legge, vista l’urgenza, favorendo la rigenerazione urbana e la semplificazione degli abbattimenti e delle ricostruzioni degli edifici esistenti, a partire da quelli nelle aree a rischio idrogeologico, quelli esteticamente più brutti e quelli che vanno resi più efficienti energeticamente e sicuri rispetto alla sismicità naturale del territorio nazionale. Questa soluzione è ormai patrimonio culturale anche delle imprese delle costruzioni e non comprendiamo perché a proposito di consumo di suolo, si indichi la luna ma poi si guardi il dito, come si fa con questo decreto”.  

Un altro pericolo è lo smantellamento del Cufaa, il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri, che, in tutte le sue articolazioni, rappresenta unitariamente la più importante polizia ambientale a livello internazionale. Per Legambiente spezzettarla tra diversi ministeri, trasferendola in larga parte al ministero dell’Agricoltura e lasciando a quello dell’Ambiente la dipendenza del solo Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, come avverrà se venisse approvato il decreto, è un grave errore. I due principali Comandi del Cufaa in termini di personale (Tutela forestale e parchi e Tutela della Biodiversità, con oltre 6.000 unità su 7.000 complessive), svolgono, infatti, attività strettamente collegate alle deleghe assegnate al ministero dell’Ambiente. E i Nipaf (Nuclei investigativi di polizia ambientale e forestale) presenti su tutto il territorio rappresentano, insieme ai Nuclei operativi ecologici, un presidio insostituibile nella prevenzione e repressione della criminalità ambientale e dell’ecomafia. “Con questo decreto – conclude Ciafani – si rischia di cancellare la priorità, nel loro lavoro, della tutela dell’ambiente. Una perdita che il Paese non può permettersi, come dimostrano ogni anno i dati sull’illegalità ambientale pubblicati nel Rapporto Ecomafia, in un periodo storico in cui il Paese dovrà spendere i 220 miliardi di euro del PNRR, evitando nel modo più assoluto i potenziali rischi di illegalità e infiltrazione criminale ed ecomafiosa, già evidenziati da diverse fonti istituzionali”.