L’Aquila 15 anni dopo

A 15 anni dal terremoto del 6 aprile 2009, L’Aquila chiede a tutti di ricordare le 309 vittime di quella notte illuminando le finestre e i balconi, perché quello che si vuole è che non si spenga mai la luce su quello che è accaduto. 

Chi ha deciso di restare a L’Aquila, quel 6 aprile 2009 lo vive tutti i giorni, perché qualcosa 15 anni fa è cambiato non solo nella città e in tutte le 56 frazioni colpite dal sisma, ma in ognuno dei suoi abitanti.

Tra chi ha deciso di restare c’è Francesca Aloisio. Lei è tra i volontari che dai primi giorni successivi a quel 6 aprile si sono attivati non solo nella gestione dell’emergenza legata alle persone rimaste senza casa, ma anche nel recupero e messa in sicurezza di tutti quei beni culturali che sono parte fondante di un territorio e sono necessari perché si possa ricostruire portando con sé la storia e l’identità della comunità. Grazie a 250 volontari della Protezione Civile Beni Culturali di Legambiente sono state recuperate 4700 opere mobili e 3000 volumi antichi, provenienti dagli archivi storici e dalle biblioteche de L’Aquila, principalmente la biblioteca arcivescovile e quella del convento di Santa Chiara.

Attività di recupero beni culturali

 

Ricostruire non basta

Oggi il rilancio del cratere aquilano post sisma passa ancora senza dubbio dalla ricostruzione, vero e proprio fulcro ad oggi di tutto il sistema economico del territorio. Ma la ricostruzione fisica da sola non basta e per alcuni quartieri e frazioni siamo ancora lontani dal ritorno alla normalità.

Così in tutti in questi anni è stato fondamentale continuare a organizzare eventi ed iniziative con lo scopo di riportare i cittadini nel centro città per diffondere e difendere la storia e la bellezza dell’Aquila. Francesca ricorda in particolare la Festambiente, che ha portato cittadini e turisti a ripopolare il parco del Forte Spagnolo, e una passeggiata sensoriale dove grazie alla collaborazione del Conservatorio cittadino e di una guida specializzata i partecipanti bendati, guidati dal racconto e dalla musica, hanno percorso le vie, ricordando i suoni e le sensazioni della città prima del sisma.

Ricordando ad esempio, le voci e i suoni del mercato in Piazza Duomo: tutto con l’obiettivo di tenere vivo il ricordo, nell’attesa che si possa vivere di nuovo, anche se ad oggi non è ancora tornato il mercato in Piazza e non si sa ancora se mai ci tornerà.

Passeggiata bendati

“In questi anni – ci dice Francesca – come Circolo Legambiente prima e poi dal 2020 come gruppo di Protezione Civile “Rita Tiberi”, inserito nella Colonna mobile della Regione Abruzzo abbiamo fatto moltissime iniziative coinvolgendo i bambini e i ragazzi delle scuole della provincia aquilana perché crediamo che il cambiamento parta anche da loro.”

I giovani e la città

E tra quei ragazzi e ragazze c’è anche chi oggi partecipa alla vita della città, come Emanuele Amadio, 17 anni. A lui e ai suoi compagni e compagne dell’UDS (Unione Degli Studenti), che nel 2009 erano bambini, abbiamo chiesto cosa vorrebbero oggi per L’Aquila.

Per loro la ricostruzione avrebbe potuto rappresentare un’occasione per immaginare collettivamente una città diversa, per ricostruire dal basso ed in maniera partecipata un tessuto sociale alternativo, ma nonostante alcune esperienze positive di partecipazione intraprese dai collettivi e dalle realtà cittadine, continuano a sentirsi dentro una città vuota, senza sentirsi davvero coinvolti nel processo di ricostruzione materiale e sociale dell’Aquila, a cui vorrebbero poter partecipare attivamente.

Anche se nel centro storico è tornato un certo movimento, grazie a commercianti coraggiosi e diverse attività di ristorazione, sono proprio i più giovani a temere “un processo di gentrificazione e di turistificazione che non tenga conto delle necessità della cittadinanza”: mancano gli uffici pubblici, gli edifici scolastici restano in periferia, ancora nei moduli “provvisori”.

Per loro “A 15 anni di distanza, c’è  ancora molto da fare per far tornare L’Aquila una città viva.”

Ora molte aspettative cittadine sono riposte nella recente nomina a Capitale della Cultura 2026: magari riapriranno riapertura il Teatro, il Cinema, gli spazi museali ancora chiusi.

“ E noi – ci promette Francesca – saremo qui testimoni e partecipanti attivi.”

 

Francesca Aloisio
Aquilana, restauratrice, volontario specializzato nel recupero dei beni culturali nel gruppo di protezione civile ‘Rita Tiberi’, docente di restauro all’Accademia di belle arti di Macerata, comitato scientifico Legambiente Abruzzo. 

Emanuele Amadio 
17 anni, studente del liceo scientifico Andrea Bafile dell’Aquila. Fin dai primi anni di scuola superiore ha iniziato ad attivarsi politicamente e socialmente nella sua città, inizialmente con L’Unione degli Studenti, il più grande sindacato studentesco in Italia, per poi venire a contatto con le varie realtà ed i comitati del territorio.



Silvia Tauro

Silvia Tauro

Attivista e volontaria, presidente della Legambiente Abruzzo. Editor con l'animo da giurista, abruzzese, fermamente convinta che si possa sempre "riparare il mondo".


Vedi tutti i suoi articoli