Buon viaggio Goletta

Le edizioni di Goletta Verde sono tante e molto diverse sono le narrazioni che si possono fare. Le unisce tutte una grande passione per il mare, soprattutto la voglia di non arrendersi al suo degrado che un’idea di ricchezza senza benessere sta inesorabilmente producendo.

In tutti questi anni Goletta Verde ha informato, denunciato, combattuto prepotenze, abusi e illegalità, ma ha anche, valorizzato luoghi, fatto scoprire tradizioni e culture, prodotti tipici e sapori. Nelle sue stive sono nati amori, amicizie profonde, litigi memorabili, insomma spesso il potere è stato dato all’immaginazione.  Nei suoi viaggi ha radicato lungo le coste l’idea di sostenibilità. É grazie a Goletta Verde se nel “Bel Paese” è cresciuta una politica della depurazione, che prima era inesistente. Sono stati tanti anni di conflitti duri. Basti ricordare che agli inizi albergatori e bagnini, soprattutto della costiera romagnola, ci pregavano di non divulgare i dati sulle acque di balneazione durante la stagione turistica: “fate navigare Goletta Verde d’inverno” era l’invocazione più ricorrente nelle conferenze stampa.  

Gli obiettivi di Goletta anche quest’anno saranno quelli di sempre: verificare la balneabilità dei nostri mari e informare i cittadini su criticità ed eccellenze. La convinzione che ci accompagna da sempre è che la qualità dell’ecosistema marino dipende quasi esclusivamente da come vengono gestiti la terra e i fiumi che trasportano fino al mare i rifiuti del nostro modello di sviluppo e ricchezza. É quindi solo alla loro foce che si può capire con chiarezza come l’uomo e le sue attività trattano il mare. Lì si comprende se si sta facendo una politica di risanamento o se la qualità dell’ecosistema marino viene delegata a chi vive sulla costa o alle capacità di autodifesa del mare stesso. Con Goletta navigherà molto altro: In primo luogo l’idea che è possibile creare ricchezza e distribuirla con giustizia in un modo diverso da quello attuale. Navigheranno con noi le suggestioni concretissime di un altro modello energetico, quello distribuito che sfrutta le energie rinnovabili di cui è ricco un territorio e soprattutto che usa l’energia prodotta con efficienza ed intelligenza;  l’idea di una riconversione industriale che non affida più la competitività di ciò che produce risparmiando sul lavoro e sull’ambiente, ma all’innovazione di prodotto e di processo; quella di un’agricoltura  biologica, libera dalla chimica che l’ha avvelenata, quella di un sistema alimentare che fa del rispetto degli animali uno dei cardini della nuova alimentazione.  

Per questo in ogni porto denunceremo la follia di fare una transizione energetica con al centro ancora il gas o il demenziale ritorno al nucleare; l’assurdità di come consumiamo giorno dopo giorno il suolo su cui viviamo liberarndolo in primo luogo da ciò che abusivamente lo occupa; soprattutto ribadiremo che il destino delle attività edilizie sarà la riqualificazione dell’esistente e non nuove costruzioni.  Buon viaggio Goletta.    

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Massimo Serafini

Massimo Serafini

Fra i fondatori del quotidiano Il Manifesto. È stato uno dei protagonisti della discussione parlamentare sulle scelte energetiche del Paese, dopo l'incidente di Chernobyl. Tra i promotori del primo referendum antinucleare il cui esito positivo portò alla rinuncia dell'Italia alle centrali nucleari. Con Legambiente dal 1992. Per anni portavoce di Goletta Verde


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