La Commissione europea propone di ridurre lo status di protezione dei lupi

Legambiente: “Proposta insensata. La Commissione europea è caduta sotto ricatto della peggiore politica negazionista e contraria alla tutela della biodiversità. Al Governo italiano chiediamo di opporsi alla proposta della Commissione europea.

Come associazione vigileremo affinché l’Europa, ma anche e soprattutto l’esecutivo Meloni, puntino sulla coerenza delle politiche e la coesistenza tra uomo e animali selvatici, senza rincorrere populismi e fake news”.

“La proposta avanzata dalla Commissione europea di declassare la protezione dei lupi – commenta Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente – è totalmente insensata. La Commissione europea è caduta sotto ricatto della peggiore politica negazionista e contraria alla tutela della biodiversità e, com’era già evidente con il veto sulla restoration law, gioca sulle parole e si inventa il nulla perché nella direttiva habitat è già previsto che si possa intervenire per regolare e contenere le popolazioni di specie protette. A non cambiare è anche, e purtroppo in questo caso, il rischio per il grande predatore europeo a causa del bracconaggio che negli ultimi anni anche nel nostro Paese sta toccando livelli preoccupanti e che vede quasi il 15-20% degli esemplari ritrovati morti per cause antropiche (avvelenamento, bracconaggio, incidenti stradali); e la mancanza di politiche integrate per indennizzare gli allevatori e dall’assenza di interventi concreti per gestire i successi che il nostro Paese ha raggiunto nella tutela della biodiversità. Per tale motivo – continua Nicoletti – chiediamo al Governo Italiano di opporsi alla proposta della Commissione europea, mentre a livello nazionale chiediamo che venga migliorato e approvato in via definitiva il Piano di conservazione e gestione del lupo. Come associazione vigileremo affinché l’Europa, ma anche e soprattutto il governo Meloni, puntino sulla coerenza delle politiche e la coesistenza tra uomo e animali selvatici, a partire dai grandi predatori, senza rincorrere populismi e fake news”.

Legambiente ricorda che nel 2023 in Italia, stando agli ultimi dati disponibili (parziali e non completi), sono stati censiti 90 lupi morti, di cui 47 per investimento, 35 ascrivibili a bracconaggio (contro i 14 del 2022), i restanti morti per cause naturali o cause incerte.

“Il lupo – aggiunge Stefano Raimondi, coordinatore aree protette e biodiversità di Legambiente – è una specie rigorosamente protetta ai sensi della Direttiva Habitat e della Convenzione internazionale di Berna che mira a promuovere la cooperazione tra i paesi firmatari al fine di conservare la flora e la fauna selvatiche, i loro habitat naturali e proteggere le specie in pericolo di estinzione. La decisione presa oggi dalla Commissione Europea avviene ad un anno esatto dall’accordo Kunming-Montreal della COP15 sulle strategie per affrontare la perdita di biodiversità, il ripristino degli ecosistemi e la salvaguardia dei diritti dei popoli indigeni”.

Riguardo le tante fake news circolate in questi anni su lupi e orsi, Legambiente con la sua campagna unfaknews, realizzata insieme a Nuova Ecologia per raccontare le verità ambientali, ha dedicato al tema uno speciale dal titolo “lupi e orsi dobbiamo aver paura?

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