Finanziaria 2020. Bonus facciate, allarme per gli interventi sugli edifici: associazioni e imprese scrivono al Presidente del Consiglio

Il bonus facciate affosserà gli investimenti di efficienza energetica e prevenzione sismica. “L’Italia non se lo può permettere!” Associazioni e imprese chiedono al parlamento di modificarlo, per non vanificare l’ecobonus.

Legambiente – Renovate Italy – Kyoto Club – Gbc, Green Building Council Italia – Anit, Associazione Nazionale Isolamento Termico E Acustico.

Il bonus facciate? Sarebbe il benvenuto per le nostre città, se non fosse in aperta rotta di collisione con l’ecobonus per le ristrutturazioni energetiche e sismiche del patrimonio edilizio. Un aiuto fiscale che ne ammazza un altro non si è mai visto, specialmente se, come in questo caso, “a perdere” – perché meno sostenuti – sarebbero gli investimenti più necessari per la sicurezza sismica e la riduzione dei consumi energetici.

La ragione è semplice da comprendere: da un lato c’è una detrazione del 90% a chi effettua qualsivoglia intervento di riqualificazione finalizzata all’abbellimento delle facciate, dall’altra un ecobonus che, per l’involucro edilizio (e quindi, di nuovo, soprattutto le facciate), concede una detrazione tra il 70 e il 75% (incrementabile all’80% se accompagnato da interventi per la sicurezza sismica), in funzione del livello di efficienza energetica raggiunta. In mezzo ci sono i proprietari e i condomini che decidono che è ora di dare una rinfrescata alla facciata rabberciata del loro edificio e, legittimamente dal loro punto di vista, contano di spendere il meno possibile e di sfruttare le migliori opportunità che il mercato offre in quel momento.

L’intervento sulla facciata è una di quelle manutenzioni importanti che, mediamente, un condominio affronta ogni 30 o 40 anni: il momento fatidico è dunque una “finestra di opportunità” in cui quello che si realizza ha buone probabilità di non venir più toccato per i decenni a venire. Se si migliora una facciata per prendere la detrazione più alta senza occuparsi degli aspetti di sicurezza sismica e di risparmio energetico, ci sono buone probabilità che, a meno di terremoti, sui muri di quell’edificio non si farà più nulla per i prossimi anni: e ci sarà così una casa con una facciata abbellita, ma che sprecherà energia e, di conseguenza, inquinerà l’aria per riscaldare le abitazioni, da oggi fino ad oltre la metà del nostro secolo.

«Così com’è il provvedimento è sbagliato, danneggia gli investimenti delle imprese, dà un messaggio sbagliato ai cittadini ed entra in conflitto con le misure per ridurre l’inquinamento urbano e le emissioni di gas serra: l’isolamento delle facciate è l’intervento più efficace per ridurre i consumi energetici legati alla climatizzazione degli edifici» dichiarano le organizzazioni che hanno scritto al Presidente del Consiglio chiedendo una correzione di rotta: a chiederlo a gran voce ci sono Legambiente e Kyoto Club, insieme ai principali network e associazioni di imprese, di costruzioni e componenti, che in questi anni si sono impegnati per far crescere la consapevolezza della importanza degli interventi che, isolando l’involucro degli edifici, permettono di abbattere fino a due terzi delle spese energetiche e delle connesse emissioni: Renovate ItalyGBC Italia, ANIT.

La richiesta delle associazioni è che l’articolo della finanziaria sul bonus facciate sia modificato, prevedendo che per tutti gli interventi, ad esclusione ovviamente degli immobili vincolati come beni culturali, sia introdotto un obbligo di rispetto dei requisiti di coibentazione richiesti per l’Ecobonus: «si può, e si deve, cogliere l’opportunità del rinnovo facciate per ottenere benefici in termini di efficienza energetica degli edifici. Il risultato sarà identico, in termini estetici, ma nel frattempo si sarà fatto anche qualcosa di davvero importante, sia per il benessere abitativo e la sicurezza di chi, in quegli edifici, ci vive, sia per accelerare sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni atmosferiche, di cui il settore civile è la fonte principale» proseguono le organizzazioni.

«Purtroppo sulla sfida della messa in efficienza energetica degli edifici siamo in tremendo ritardo, è urgente abbattere le emissioni che alzano la febbre del pianeta e ammorbano l’aria delle nostre città: occorre una convergenza di sforzi, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un provvedimento che coniuga una riduzione di entrate fiscali con la creazione di un ostacolo in più».

 

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