Ad Anna Maria Moschetti il premio “Ambientalista dell’anno” 

Assegnato ad Anna Maria Moschetti, medico pediatra responsabile per le malattie dei bambini legate all’inquinamento per l’Associazione Culturale Pediatri in Puglia e Basilicata, il Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”. Anna Maria ha conquistato il cuore del pubblico. 

Il  Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno, giunto alla sedicesima edizione, nasce per valorizzare persone impegnate per il benessere della comunità, la diffusione del messaggio ambientale, l’innovazione d’impresa, la salvaguardia del territorio e dal 2012 è intitolato a Luisa Minazzi, morta nel 2010 di mesotelioma a soli 57 anni, dopo una vita spesa in trincea a difesa dell’ambiente come direttrice didattica, attivista e amministratrice comunale.  La cerimonia di consegna del  Premio si è tenuta il 2 dicembre, a Casale Monferrato (AL), la città piemontese teatro dell’importante riconoscimento promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore composto da esponenti di diverse associazioni di Casale Monferrato. 

La storia di Anna Maria

Anna Maria Moschetti, palagianese, classe 1956, da sempre in prima linea a difesa della salute delle persone è quella che, quest’anno, più ha colpito il pubblico di tutta Italia,  che si è espresso attraverso la consultazione online (sono stati oltre 4000 i votanti da tutta Italia su www.premioluisaminazzi.it). 

Anna Maria è Presidente della Commissione per l’Ambiente dell’Ordine dei Medici di Taranto, città definita nel 2022 dall’Onu “zona di sacrificio”, perché l’Impianto Siderurgico, che è il più grande d’Europa “ha compromesso la salute delle persone e violato i diritti umani per decenni scaricando grandi volumi di inquinanti atmosferici tossici. I residenti nelle vicinanze soffrono di elevati livelli di malattie respiratorie, malattie cardiache, cancro, disturbi neurologici debilitanti e mortalità prematura” l’ONU dice che “La continua esistenza di ZONE DI SACRIFICIO è una macchia sulla coscienza collettiva dell’umanità”. Moschetti fa parte anche dell’associazione di Ecodermatologia, che si impegna a favorire lo sviluppo di formulazioni attente all’ambiente, valutare l’impatto ambientale dei cosmetici, supportare le aziende eco-friendly nel ciclo del prodotto, studiare gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento sulla pelle. 

I finalisti, storie di impegno e generosità

Accanto ad Anna Maria Moschetti erano candidati Valentina Fiore, responsabile amministrativo della cooperativa Placido Rizzotto Libera Terra; Iris Cooperativa Agricola, nata come proprietà collettiva per coltivare biologico, creare lavoro per donne e persone svantaggiate, sviluppando un rapporto diretto con il consumatore e promuovendo la cultura contadina; Anna Cogo, multinational engagment manager di B Lab, ente no profit che consente di capire in maniera chiara se un’azienda è o non è sostenibile; Comitato spontaneo Parco di Centocelle, comitato spontaneo di cittadini che ha riportato l’attenzione pubblica sul Parco Archeologico di Centocelle impedendo che diventi una discarica a cielo aperto; Toni Farina, che ha proposto di istituire una Montagna Sacra per il Gran Paradiso per far aderire le persone a una nuova fruizione della montagna e degli ambienti naturali; Renato Nitti, procuratore della Repubblica di Trani che ha rivelato la difficoltà a individuare le merci a rischio a causa dei controlli doganali spesso solo formali; Cerossini, prima Comunità energetica rinnovabile della Regione Marche. 

Intervistati da Francesco Loiacono, direttore della Nuova Ecologia, e Alice De Marco, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, hanno raccontato la scintilla che li ha portati ad impegnarsi attivamente, nella vita come nel lavoro, in nome di quei valori su cui si costruisce l’Italia migliore. Una narrazione non scontata, in linea con questi tempi dove prendere posizione e agire è sempre più necessario per la salvaguardia dell’ambiente e per dare un nuovo impulso vitale alla società. 

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