È tempo di agire. Non sono più ammessi ritardi

L’emergenza climatica è tra noi con tutte le sue drammatiche conseguenze economiche e sociali. Anche nel nostro Paese. L’unica strada percorribile per un futuro vivibile è quella tracciata dalla scienza: arrivare alla decarbonizzazione dell’economia planetaria entro il 2050. Ma bisogna agire ora, non c’è più tempo. 

In questa epoca di profonde e necessarie trasformazioni l’Italia non deve perdere altro tempo. Bisogna accelerare il cammino della transizione ecologica come ci chiede l’Europa, recuperare i tanti ritardi che il nostro Paese ha accumulato rispetto agli obiettivi 2030, contrastare con interventi concreti la crisi climatica che avanza e approvare quelle norme che ancora mancano all’appello.

Quanto accaduto negli ultimi anni, con l’acuirsi degli eventi estremi, e le titubanze sul fronte delle politiche energetiche, ambientali e climatiche ad opera dei vari governi che si sono succeduti fino a quello attuale, non devono più ripetersi.

Da parte nostra siamo riusciti a far approvare leggi importanti per la riconversione ecologica dell’economia italiana. Abbiamo costruito percorsi di bellezza in tanti luoghi, compresi quelli più difficili e dimenticati dalle istituzioni. Abbiamo tessuto nuove alleanze con le istituzioni più coraggiose, le imprese e le università più innovative, le organizzazioni di cittadini e del mondo del lavoro più avanzate. Abbiamo accompagnato i progetti fondamentali per la transizione ecologica e, al tempo stesso, fermato quelli che ci avrebbero fatto tornare indietro. Abbiamo presentato esposti in Procura e siamo stati nelle aule di tribunale “in nome del popolo inquinato”.

Riavvolgere il nastro e guardare i risultati raggiunti negli ultimi quattro anni è un esercizio importante, che rende bene l’idea del lavoro immenso che abbiamo fatto. Ma soprattutto ci rende ancora più consapevoli del ruolo che può giocare un corpo intermedio come il nostro, di fronte al duro impegno che ci attenderà nel prossimo quadriennio. Entro il 2027, infatti, si dovranno chiudere i cantieri del PNRR e definire le politiche nazionali per rispettare le scadenze al 2030 del Green Deal europeo.

Noi siamo pronti a fare la nostra parte.

Di questo e di tanto altro parleremo al nostro XII congresso nazionale di Legambiente, tre giorni intensi di lavoro, dal 1°al 3 dicembre 2023, in cui ci confronteremo con i rappresentanti di governo e parlamento, del mondo delle imprese, del lavoro, della scienza e dell’associazionismo per fare il punto sulla decarbonizzazione e la lotta alla crisi climatica. Obiettivi che hanno bisogno di scelte chiare e decise, politiche climatiche ambiziose e coraggiose, un nuovo modello di gestione del territorio, aree urbane più resilienti e accoglienti, più attenzione verso le buone pratiche già presenti nei territori.

Temi che la nostra associazione, come è nel suo DNA, continuerà ad affrontare portando il suo contributo e la sua esperienza e indicando quella che per lei è la strada da seguire da qui ai prossimi anni tenendo insieme ambiente, salute e lavoro.

Vogliamo essere i facilitatori attivi della transizione ecologica che serve al Paese: una rivoluzione che va fatta bene ma molto velocemente, come ci ricorda sempre più spesso il Pianeta.

 

Segui i lavori del Congresso in diretta straming: www.legambiente.it/congresso



Stefano Ciafani

Stefano Ciafani

Presidente Legambiente

Ingegnere ambientale, è il presidente nazionale di Legambiente dal 2018. Ha iniziato la sua storia in Legambiente nel 1998 grazie al servizio civile. Dal 2006 al 2011 ne è stato il responsabile scientifico, vicepresidente dal 2011 al 2015, direttore generale dal 2015 al 2018.


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