Clean Cities Campaign a Vicenza, dati Stress Test Mobilità

Per rientrare nei parametri dell’OMS Vicenza dovrebbe ridurre del 77% le attuali concentrazioni di PM2,5  e del 62% quelle di Biossido di Azoto. 

Verneau di Legambiente Vicenza: “Così non va. E’ necessario andare oltre l’emergenza, servono misure più efficaci”

La seconda tappa della Clean Cities Campaign arriva oggi a Vicenza e Legambiente presenta lo Stress Test Mobilità del capoluogo vicentino, una serie di indicatori dello stato dell’arte di inquinamento atmosferico e risposta politica delle istituzioni per contrastarlo. La presentazione dei dati è avvenuta a fine mattinata con un flash mob che è stato un momento di condivisione pubblica sullo stato della mobilità e sostenibilità di Vicenza .

“Anche se nel corso degli anni l’inquinamento atmosferico è diminuito, la situazione resta grave e l’aria irrespirabile “ – afferma Adriano Verneau presidente del circolo Legambiente di Vicenza – soprattutto se confrontiamo i valori attualmente misurati con i limiti di cautela per la salute umana indicati dall’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità. La nostra città dovrà ridurre da qui al 2030 i livelli di PM10 del 49%, di PM2,5 del 77% e di NO2 del 62%.

Un lavoro enorme, ma che deve assolutamente essere fatto, anche in funzione anti Covid. E’ da tener presente infatti che l’esposizione ad 1 microgrammo/mc in più di PM2,5 genera un aumento del 5,1% del tasso di casi di Covid19 (Giovanni Veronesi e a., Occupationale and Environmental Medicine, 2022)

L’Accordo di Bacino che ha mobilitato dal 2017 tutte le regioni della Pianura Padana, non è più sufficiente. Servono meno deroghe e più controlli, servono obiettivi di riduzione chiari e la definizione di una road map per raggiungerli, servono interazioni fra i vari livelli istituzionali. Comuni, Regione e Governo nazionale non possono più eludere le loro responsabilità, e lavorare per incidere, ognuno per la propria parte, nei 4 settori origine degli inquinanti: traffico veicolare, riscaldamento domestico, attività industriali ed agricole. Da questo punto di vista, per quanto attiene le misure di limitazione della circolazione, la deroga attualmente prevista per i diesel Euro4 è incomprensibile se non un vero e proprio controsenso.

“A livello comunale c’è ancora un grosso lavoro da fare sulla mobilità – conclude Verneau– ad iniziare dalla predisposizione del PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, la cui progettazione è stata avviata, ma non ancora conclusa. Soprattutto non sono ancora definiti quali obiettivi si è posta la nostra città per la crescita del Trasporto Pubblico e della ciclopedonalità, per il miglioramento dello spazio urbano, per la progressiva riduzione dei carburanti tradizionali, per l’implementazione delle forme di sharing, per lo sviluppo della mobilità elettrica e l’aumento della sicurezza stradale”.

 

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