Autoconsumo energia elettrica, le osservazioni di Legambiente e di altre 16 realtà agli orientamenti di ARERA

Orientamenti sull’autoconsumo di energia elettrica: Legambiente presenta le osservazioni di 17 soggetti, tra associazioni, imprese e Comunità Energetiche Rinnovabili, al documento diffuso da ARERA.

Le realtà firmatarie: “Impianto soddisfacente, ma consultazione arriva con grave ritardo destinato ad allungarsi e a ripercuotersi su esperienze virtuose già presenti o in procinto di nascere nel Paese”

Dall’allargamento all’energia termica alle informazioni per facilitare la creazione di CER, le richieste per cogliere al meglio un’occasione di risparmio in bolletta e di innovazione ambientale, tecnologica e sociale.

Un documento il cui impianto generale appare soddisfacente, ma che arriva con un grave ritardo inevitabilmente destinato ad allungarsi e a ripercuotersi sulle esperienze virtuose già nate o in procinto di nascere nel Paese. Questo, in sintesi, il parere condiviso da Legambiente insieme a Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale di Napoli Est, Comunità Energetica “CommOn Light” di Ferla (SR), Kyoto Club, Coordinamento Free, NeXt Nuova Economia, Federparchi, UdS – Unione degli Studenti, Anci Campania, Regalgrid Europe Srl, Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Fondazione Con il Sud, UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, Coldiretti Campania, Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale “Critaro” di San Nicola da Crissa (VV), Fondazione Symbola, Forum Disuguaglianze e Diversità che presentano le loro osservazioni agli orientamenti in materia di autoconsumo di energia elettrica, collettività di autoconsumatori e comunità energetiche resi noti da ARERA.

Il riferimento, nello specifico, è al documento per la consultazione 390/2022/R/EEL Orientamenti in materia di configurazioni per l’autoconsumo predisposto e diffuso dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), in attuazione del Decreto legislativo 199/2021 e dal Decreto legislativo 210/2021 di recepimento delle direttive europee sul tema.

Le comunità energetiche rinnovabili e le configurazioni di autoconsumo collettivo, spiegano le realtà firmatarie – in gran parte già aderenti alla Rete delle Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali – sono uno strumento di welfare strutturale, in grado non solo di portare benefici alla rete elettrica e all’ambiente ma anche una straordinaria occasione di risparmio in bolletta e di innovazione ambientale, tecnologica e sociale.

Per questa ragione, “seppur soddisfatti dell’impianto generale predisposto da ARERA, non possiamo non sottolineare il grave ritardo con cui si apre questa consultazione che porterà ad avere delle Regole definite entro fine anno, ovvero con ben sei mesi di ritardo rispetto a quanto previsto dal D.Lgs. 199/2021”, osservano i soggetti. Entro 180 giorni dall’entrata vigore del decreto, ricordano, si sarebbero anche dovuti aggiornare i meccanismi di incentivazione in materia di autoconsumo e comunità energetiche rinnovabili. A oggi, però, secondo l’ultimo censimento di Legambiente “Comunità Rinnovabili, sono almeno 70 le CER in Italia in attesa di questi aggiornamenti per poter partire. Non bisogna inoltre dimenticare, sottolineano, l’occasione rappresentata dai fondi del PNRR da destinare alle Comunità Energetiche Rinnovabili nei piccoli Comuni, con ritardi che potranno ulteriormente peggiorare (come dichiarato dalla stessa ARERA) a causa di un’infrastruttura informatica da sviluppare e implementare sulla base delle nuove regole proposte e della mancanza di una misura temporanea che possa aiutare le comunità energetiche a identificarsi.

Criticità e richieste. I firmatari delle osservazioni chiedono con forza un’accelerazione del processo per la definizione finale delle disposizioni in materia di autoconsumo e Comunità Energetiche Rinnovabili, così da cogliere in modo più celere possibile tutti i vantaggi di queste nuove configurazioni energetiche. Sottolineano, inoltre, un secondo elemento di criticità: nonostante il D.Lgs. 199/2021 permetta esplicitamente la possibilità di creare CER anche attraverso l’energia termica, il documento di ARERA non affronta minimamente il tema, limitandosi a citare l’energia termica tra le possibili opzioni ma lasciando, nei fatti, disattese regole e definizioni per la loro realizzazione. Una mancanza grave, scrivono, se si considerano da un lato l’incidenza in bolletta dell’energia termica per imprese e famiglie e, dall’altro, i risultati ottimali ottenuti dalle cooperative storiche, esempio da seguire in territori dove reti di teleriscaldamento innovative, alimentate a fonti rinnovabili, potrebbero giocare un ruolo chiave.

Elementi di carattere prioritario cui si aggiungono alcune criticità più tecniche alle quali prestare attenzione, osservano ancora le realtà firmatarie. Tra le loro richieste ad ARERA, quella di una definizione chiara e univoca delle zone di mercato; una specifica aggiunta alle casistiche per le quali ampliare i perimetri delle aree sottese alle cabine primarie per i piccoli Comuni; un termine perentorio entro cui i gestori forniscano le informazioni per l’identificazione delle comunità energetiche; uno strumento temporaneo per la fornitura dei dati, in attesa dell’operatività della piattaforma informatica GIS; una migliore definizione dei destinatari degli incentivi; un’attenzione particolare allo scorporo in bolletta, a cominciare dalle difficoltà gestionali che quest’ultimo presenta, nonché uno studio approfondito sul modello; la completa fornitura dei dati di produzione e consumo alla comunità energetica.